È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
SULL’ACQUEDOTTO COMUNALE DI MODICA
17 Lug 2014 08:22
Signor sindaco,
Costernata, costernatissima, non me ne sono compiaciuta, nonostante militi nell’opposizione; ma debbo dirle che al clamore suscitato nella cittadinanza dall’arrivo delle bollette dei consumi idrici io, al suo posto, non so in quale cantuccio mi sarei nascosta.
La gente è delusa perché aveva riposto in lei una fiducia che, ogni giorno che passa, si logora. Glielo dico sinceramente, perché come cittadina anch’io ho bisogno di un sindaco sincero che voglia seriamente governare e, sopratutto, che non faccia confusione tra atti di governo e campagna elettorale. La vicenda dell’acqua è emblema di questa confusione. Perché pur di far cassa lei ha accresciuto di 10, 20, 30 volte, le bollette dei cittadini: alcune, tutte, non lo so, perché non le ho esaminate tutte. Lei mi dirà che se ciò è accaduto è dovuto ad un errore, ma intanto la gente colpita, in un momento di estrema difficoltà economica, pensa che lei ci ha provato. Non uso il congiuntivo, come vede; non dico che il sindaco ci abbia provato, dico e riferisco quel che dice la gente, che il sindaco ha provato a far cassa strumentalizzando l’acqua, un bene per il quale è vietato qualunque aumento tariffario che non rispecchi un reale aumento del costo del servizio. E se il sindaco colpisce ingiustamente attraverso l’ingiusta elevazione delle tariffe idriche, il sindaco è un nemico del popolo. Questo giudizio, si badi, non è mio, ma quello delle centinaia di persone che oggi affollano gli uffici comunali con le bollette in mano. E non basta dire, come lei ha fatto, signor sindaco, che c’è sempre la soluzione dell’autolettura: chi ritiene di non dover pagare la somma richiesta, faccia l’autolettura e venga a dirci il volume d’acqua che ha consumato. E se tanta gente viene a dirle che non ha consumato nemmeno un litro d’acqua, lei è disposta a crederla? Penso che immediatamente disporrebbe la lettura d’ufficio. E, dunque, perché non ha provveduto a far compiere le letture, godendo di un eccesso di personale? Non l’ha detto lei stessa, ultimamente a proposito degli 82 candidati al pre-pensionamento, che abbiamo eccesso di personale? Prenda 20, 30 di queste persone, le faccia istruire e faccia partire le letture dei contatori. Potrebbe rispondermi che il compito lo ha affidato alla SpM; ma la SpM non lo ha svolto e non lo può svolgere perché lei, signor sindaco, questo personale, sempre per ragioni di spicciola contabilità, lo ha posto in cassa integrazione. Le faccio, tuttavia, notare che anche se delle letture è stata incaricata la SpM, nessuno può vietarle di organizzarsi all’interno del Comune e col personale disponibile, sempre in eccesso rispetto ai ruoli istituzionali da svolgere. Perché non l’ha fatto? Per dire ai cittadini che pagano per una pianta organica elefantiaca: o pagate quanto vi chiedo o fate voi la lettura del contatore e poi mi comunicate il consumo? Ma le sembra corretto? Le sembra legittimo? Per non continuare all’infinito, che la litania potrebbe indurmi a dire cose ai limiti del penale, le pongo alcuni quesiti che vorrei realizzassero una duplice funzione: (primo) aiutarla a chiarire e a conseguire le aspettative dei cittadini e (secondo) permetterle, rispondendo ad esse, di rendersi conto dei punti dolenti del sistema idrico comunale. Le formulo prima alcuni quesiti le cui risposte costituiscono il perno attorno a cui ruota tutto.
Secondo lei l’acqua è un bene che si può strumentalizzare per fare cassa? Ritiene che lei o chiunque altro, io, possa utilizzarla per ricavare introiti da investire in altri settori, non solo in iniziative elettoralistiche, come spesso è avvenuto, ma anche a fini di pubblico interesse? Lei pensa di essere il titolare dell’acqua comunale e di poterla vendere ai cittadini, come si vende una bottiglia di birra? Pensa che l’acqua sia un comunissimo bene fungibile? Pensa di poter disporre dell’acqua amministrandola a seconda del momento che il Comune attraversa, anche per trarre un vantaggio pubblico o per lei o per altri, magari elevandone le tariffe in funzione dei bisogni, mettiamola anche così, della macchina comunale? In altre parole, le tariffe dell’acqua si possono elevare per compiere spese in settori diversi da quello idrico o nello stesso settore?
L’acqua è dei cittadini ed è sottratta all’arbitrio di chicchessia: il migliore dei sindaci (ché di solito si parla del peggiore di essi: il migliore, in questo àmbito, non rientra nemmeno nelle ipotesi dei più ingenui), il più onesto, non deve superare con le tariffe, almeno così vuole la legge vigente, la copertura del costo del servizio. Ad abbreviare: l’acqua è dei cittadini e se è di essi, lei non gliela può né vendere né svendere. Il suo ufficio di sindaco è uno solo: estrarla dal luogo in cui si trova con qualunque mezzo, dal secchio alla pompa sommersa, distribuirla ai cittadini e farsi pagare il costo del servizio. La sua bravura consiste, e i cittadini sono in grado di capirlo, nel sapersi organizzare per comprimere i costi e far pagare il meno possibile agli utenti. Oltre questo, in materia di distribuzione dell’acqua, lei non deve e non può svolgere alcun altro compito.
Ciò premesso, le domande che le pongo sono dettate dal naturale buon senso del padre di famiglia:
1) da quando si è insediata ha avuto modo di rendersi conto dell’organizzazione del settore idrico del Comune? Mi sa dire, in altri termini, com’è organizzato?
2) che fine hanno fatto i letturisti che erano nell’organico comunale? Non mi riferisco a quelli della SpM ma a quelli che sino ad un paio d’anni fa svolgevano tale servizio e appartenevano alla pianta organica del Comune;
3) quanti sono gli operai addetti alla rete idrica? A quale amministrazione appartengono, a quella comunale o a quella della Spm?
4)quanti sono i letturisti oggi in servizio? Risulta che ce ne siano tre o quattro e tutti quanti in cassa integrazione. Risulta a verità? E se sì, per quale ragione, data l’impellenza del servizio, sono stati posti in cassa integrazione?
5) da quanto tempo sono in cassa integrazione?
6) com’è organizzato il servizio di lettura dei contatori?
7) a quando risalgono le ultime letture dei contatori?
8) quali sono i termini di calcolo del costo complessivo del servizio idrico? Desidero conoscere, in particolare, come vengono calcolate, in senso propriamente numerico, le singole voci di costo del servizio. Lei si rende conto che un errore per eccesso in questo calcolo, volontario o no, comporta un aggravamento del carico fiscale dei cittadini. Voglio dire, in altri termini, che il calcolo del costo si presta all’introduzione di carichi fiscali impropri e illegittimi;
9) immagino che i costi del servizio idrico siano distribuiti ai cittadini in funzione dei volumi consumati, ma è mai stato verificato se i volumi complessivamente registrati all’uscita degli impianti di sollevamento corrispondono con la sommatoria dei volumi registrati nei contatori familiari? E se i volumi non corrispondono, qual è il divario e in quali termini viene spiegato dai tecnici?
10) da quanto tempo sono state scoperte le cosiddette 6.500 posizioni congelate, ossia quelle utenze di cui si conosce l’esistenza ma non si riesce ad individuare il titolare? Dalla data in cui sono state scoperte, cosa ha fatto il Comune per individuarle e quante ne ha individuate?
11) se le letture dei contatori idrici sono state affidate, a partire dal mese di maggio 2010 alla odierna SpM, società interamente partecipata dal Comune di Modica, e se la SpM non è stata soddisfacente nell’effettuare il servizio, può dirmi che ha fatto il Comune per rimediare all’inconveniente, oltre allo scrivere una o due lettere di sollecito? Non le sfuggirà certamente che la responsabilità del disservizio ricade solo ed esclusivamente sull’Amministrazione comunale, essendo socio unico della S.p.M. Il Comune avrebbe potuto revocare l’Amministratore unico e sostituirlo con uno più efficiente. Perché non lo ha fatto? Quali ragioni impongono che resti al suo posto nonostante un disservizio così grave?
12) nella delibera di Giunta n. 132 del 15 maggio 2014, al primo «rilevato» è stato scritto, riporto testualmente:
«rilevato che le difficoltà operative della predetta società (la SpM, n.d.r.) non hanno reso possibile procedere alla lettura di tutti i contatori idrici e i dati dei consumi registrati non sono disponibili per tutte le utenze;»
vuole dettagliare il senso della frase, spiegando in che consistono le difficoltà operative della SpM, quanti sono stati i contatori letti e in quale percentuale sono stati intercettati i consumi rilevati?
13) vuole spiegare al Consiglio comunale che intende, in modo pratico e senza giri di parole, che «occorre conciliare la natura di servizio di pubblica necessità della fornitura di acqua potabile e il dovere dell’ente pubblico territoriale di rispettare i criteri di economicità ed efficienza amministrativa»? Ci deve spiegare, in particolare, quali sono i fatti reali che ostano al rispetto dei criteri di economicità e di efficienza dell’azione amministrativa;
14) delucidi al Consiglio comunale le reali voci di costo della gestione delle rete idrica e dei connessi servizi di depurazione e smaltimento dei reflui;
15) se non ritenga necessario procedere al riesame dell’articolo 26 del regolamento per la disciplina dei canoni dell’acquedotto comunale, considerato che è troppo generico e la sua genericità danneggia i cittadini, in almeno due punti:
a) nella parte in cui si dispone che «In caso di impossibilità di lettura del contatore, per cause non imputabili al Comune, quest’ultimo procederà alla fatturazione di un consumo medio giornaliero determinato in base al corrispondente periodo dell’anno precedente» (comma 8). La norma è troppo generica e lascia sì che il Comune concorra nella determinazione dell’impossibilità di lettura addossandone la responsabilità solo al cittadino. La fattispecie va analizzata e ridisciplinata;
b) nella parte in cui si stabilisce che nel caso di nuove erogazioni la determinazione del consumo (medio giornaliero) sarà effettuata in base agli elementi tecnici ed amministrativi disponibili (comma 9). Trattasi di norma troppo generica che pone in balìa di nessuno la tutela del cittadino. Per nessuno intendo gli amministratori incolti e disonesti. Il cittadino, se stiamo all’esperienza compiuta, deve potersi difendere e, senza alcuna precisazione del periodo, rischia di divenire vittima di chi ha eletto e opera per farsi rieleggere col danaro dei cittadini;
16) se non ritenga necessario procedere alla modifica dell’articolo 7 del Regolamento per la disciplina dei canoni dell’acquedotto comunale, laddove si afferma:
a)che la lettura dei contatori sarà seguita una volta all’anno. Probabilmente si voleva dire che sarà eseguita una volta all’anno;
b)che deve intendersi per «utenza ove non sia possibile effettuare la lettura». Il concetto va precisato premettendo che il cittadino dev’essere pre-avvisato della visita del letturista e che la lettura va comunicata all’utente;
17) se non ritenga necessario modificare il regolamento per la disciplina del canone al fine di dettagliare meglio i casi in cui è legittimo ricorrere, in mancanza di lettura dei contatori, alla presunzione di un consumo pari a quello dell’anno precedente, definendo responsabilità e cause del mancato servizio, stante il fatto che la cittadinanza ha versato regolarmente le somme necessarie a compierlo. L’intervento permetterebbe di definire, altresì, l’obbligo del Comune di inviare, assieme alla richiesta di pagamento, anche copia della bolletta pagata per l’anno precedente. Solo in questo modo si possono veramente tutelare i cittadini da soprusi e furberie.
Chiedo che l’interrogazione sia discussa al primo Consiglio utile.
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