SUL PIANO DI RIEQULIBRIO AL COMUNE DI MODICA

La Camera del Lavoro di Modica è stata l’unica tra i segmenti intermedi locali a proporre, nel 2012, alla precedente Amministrazione (Buscema) di accedere allo strumento del Piano di riequilibrio quale percorso di risanamento economico-finanziariodel Comune di Modica, in alternativa alla ipotesi di dissesto, peraltro già, con apposite ordinanze, richiesta dalla Corte dei Conti e perorata da alcune importanti componenti politiche e sindacali cittadine.

           

            Il Piano pluriennale di riequilibrio è uno strumento, inserito nel 2012 nel Testo Unico degli EE.LL., che via via sta soppiantando la tradizionale procedura del dissesto, essendo quest’ultimo un percorso, predeterminato con modalità rigide, cui in passato è stato affidato il compito di risollevare le condizioni dei Comuni fortemente indebitati e in gravi squilibri di bilancio.

           

            Abbiamo proposto allora lo strumento del Piano di riequilibro perché esso, al contrario del dissesto, coniuga flessibilità e rigorosità e permette di costruire un percorso calibrato sulla variabile temporale e su strumenti gestionali più flessibili; perché è un percorso che si prefigge di far rientrare gli enti in situazioni di comprovata esposizione debitoria e di squilibrio economico nel perimetro del ri-equlibrio senza determinare  un pesante costo sociale ed economico sulle spalle dei cittadini.

 

            Da qualche giorno siamo venuti a conoscenza che la competente Commissione ministeriale ha trasmesso alla Corte dei Conti la documentazione del Piano di riequilibrio corredata da un parere non positivo, definendolo non del tutto in linea con i contenuti richiesti dalle disposizioni normative di riferimento e alle indicazioni contenute nelle linee guida elaborate dalla Corte dei Conti e che quest’ultima, a sua volta, in piena autonomia rispetto alla Commissione ministeriale, ha recapitato al Comune una corposa nota (ordinanza n. 244 del 11 agosto 2015) con cui chiede all’Amministrazione comunale di fornire chiarimenti ed integrazioni in ordine a diverse, rilevantissime e complesse criticità.

 

            La lettura che la Cgi fa della nota della Corte dei Conti non può che essere intessuta da forte e legittima preoccupazione, nel senso che ancora, trascorsi tre anni dalla stesura del Piano e dopo tre ristrutturazioni dello stesso alla luce di alcuni nuovi elementi nel frattempo intervenuti, alcuni dei quali già proposti dalla Cgil  (prepensionamento di 70 dipendenti, ristrutturazione delle partecipate, contenimento costi di gestione) non è scongiurabile ancora il rischio che il Comune possa essere “costretto”alla dichiarazione del dissesto.

           

            Infatti l’ordinanza della Corte dei Conti fa riemergere come elemento ancora del tutto possibile lo spettro del dissesto, facendo tornare forse al “principio di realtà” quanti pensavano fosse cosa fatta e assodata l’approvazione del Piano e ridicolizzavano coloro che, in questi mesi, hanno invitato, con obiettività e senza pregiudizio alcuno, l’Amministrazione ad un atteggiamento sobrio, attento e responsabile rispetto ad uno strumento che ha bisogno di un assiduo monitoraggio e una decisa e cosciente capacità di realizzarne le previsioni e gli obiettivi.

 

            Entro il prossimo 31 Agosto, l’Amministrazione comunale, dunque, dovrà far pervenire alla Corte dei Conti dettagliate risposte su elementi di criticità, che già in passato e in diverse occasioni sono state rilevate sia dalla Commissione ministeriale che dalla stessa Corte dei Conti.

           

            La Cgil chiede con forza che l’Amministrazione prenda consapevolezza della gravità del quadro finanziario dell’ente su alcuni punti: mancata lotta all’evasione fiscale, insufficiente gestione delle procedure di riduzione del debito, che al contrario si è accresciuto, attenta e obiettiva impostazione dei bilanci in linea con le indicazioni del Piano. Diversamente andranno vanificate più 7 anni di sacrifici e di lavoro, che si ponevano la finalità di portare fuori dal fallimento economico l’Ente-Comune, sottraendo  la città ad una esperienza pluriennale di disagio  e di difficoltà .

 

            L’Amministrazione assuma quindi tutte determinazioni necessarie per portare a buon esito il Piano, evitando di sottovalutare la complessità e la gravità delle criticità appalesate dalla Corte dei Conti, fornendo, attraverso il contributo responsabile di tutti le forze del Consiglio comunale, gli strumenti amministrativi documentali necessari.

 

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