STALKING: NORME A TUTELA DELLA DIGNITA’ DELLE PERSONE (SPECIALMENTE DONNE)

Ad un anno dall’entrata in vigore della legge sullo stalking, i dati nazionali sono di una gravità allarmante: Circa settemila denunce, millecinquecentonovantadue arresti, con un aumento delle denunce di circa il 25%. La legge voluta dal ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, nasce a difesa di soggetti deboli, e come strumento di prevenzione a reati piu’ gravi come possono essere la violenza fisica o lo stupro. Ma cosa dice la legge?  La provincia di Ragusa, provincia tranquilla per definizione come si pone sulla classifica nazionale? Cosa rischia chi commette questo reato?

Tutte domande che abbiamo rivolto al dott  Marcello  Guglielmino della Squadra Mobile di Ragusa: La legge punisce con condanne da 6 mesi a 4 anni chiunque commetta atti reiterati di minacce e/o molestie, che producono un perdurante grave stato di ansia o paura, lamenta di essere costretta a cambiare stile di vita. La pena viene aumentata di un terzo se chi commette il reato è persona che abbia avuto una relazione affettiva con la vittima. Viene aumentata fino alla metà se commessa su un minore, un disabile o donna in stato di gravidanza. La legge lascia alla vittima la facoltà di decidere se fare ammonire dal questore lo stolker oppure di perseguire la strada della denuncia.

Cosa succede nei due casi: la vittima rappresenta i fatti, si fanno dei controlli che tengono conto sia dei precedenti del denunciato, sia dello stato di ansia della vittima, e si passa all’ammonimento.

Se si reitera, si procede d’ufficio alla denuncia, ma in circa il 90% dei casi basta questa “punizione” amministrativa. Nei casi più gravi la legge consente l’uso di intercettazioni, l’allontanamento dello stolker dai luoghi frequentati dalla vittima ma prevede anche provvedimenti restrittivi. Questo reato, ha un trend maggiore di casi che coinvolgono persone che hanno avuto una relazione sentimentale finita male, ma puo’ succedere che anche sul lavoro o in ambito condominiale si possono trovare persone che con la prepotenza creano tensioni e timori.

La legge garantisce anche un supporto psicologico per quei soggetti che ne hanno bisogno. Le forze dell’ordine spesso fanno da tramite tra queste strutture di supporto e la vittima.  Non è rilevante per questo reato la provenienza, la cultura dei soggetti coinvolti o un tessuto sociale debole, succede spesso che persone di alto livello culturale, con un buon tenore di vita diano il peggio in famiglia.

Oggi nelle donne c’è maggiore consapevolezza di se, della propria dignità di persona, che ha diritto ad essere rispettata e tutelata, da qui l’incremento delle denunce.  Denunciare non è segno di debolezza, ma prevenzione affinchè la vita e la qualità della stessa siano salvaguardate. (p.c.)

 

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