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Spunta un volume inedito del colonnello Coria, il papà della “bibbia” della cucina siciliana
02 Lug 2023 09:03
Il suo libro, “Profumi di Sicilia – Il libro della cucina siciliana” ed.Vito Cavallotto, è considerato una vera e propria ‘bibbia’ della cucina siciliana, 700 pagine di ricette e di genuinità e storia. Ma da qualche giorno la sua bibliografia, oggi postuma, si arricchisce. Stiamo parlando del colonnello Giuseppe Coria che a vent’anni dalla morte consegna alla collettività un’altra piccola perla. “Dall’Anice alla Sambuca”, è un’opera inedita, una monografia ricca di spunti in cui anice e sambuca, declinazione l’una dell’altra, vengono raccontate e spiegate, non solo dal punto di vista botanico, ma anche storico e ‘gastronomico’. Un prezioso excursus sui benefici e sulle preparazioni arricchito da appendici e raffigurazioni che il colonnello nel 1992 confezionò con nastro adesivo ed annotazioni a mano, ‘pronto per la stampa’. Oggi il volume viene edito dalla famiglia Coria che consegna i diritti al Rotary Club Ragusa Ibla Heraea con l’esclusiva anche nella ristampa e con proventi che saranno destinati, tolte le spese, alla Rotary Foundation.
L’attenzione a chi ha dato lustro al Ragusano
“Da tempo abbiamo puntato l’attenzione alla conoscenza delle personalità che hanno dato lustro alla nostra terra – spiega il presidente del Rotary Club Ragusa Ibla Heraea, Giovanni Vindigni – da Gesualdo Bufalino a Serafino Amabile Guastella, da Vann’Antò a Biagio Pace. Lo scorso anno, da Valentino Coria, era emersa timidamente la possibilità di pubblicare un inedito che aveva lasciato il padre, composto con una vecchia macchina da scrivere, un documento che abbiamo ritenuto essere straordinario e abbiamo deciso di lavorarci anche con il supporto di qualche sponsor”. Il volume, ha una seconda parte che riporta proprio la copia anastatica del volume originario, con tanto di note scritte a matita e le immagini ‘incollate’ con il nastro adesivo, un segno in più dell’originalità dell’iniziativa proposta.
Aneddoti e storia, ecco i contenuti
“Il colonnello Coria era una persona eccezionale anche nel sapere esprimere ed individuare ciò che attraverso il cibo e i liquori portava alla socializzazione, allo stare insieme. Insomma, da Pitagora a Carlo Magno, fino a Caterina Sforza che definisce ‘acqua celestre’ una preparazione utilizzata per unguenti e profumi, o la bevanda chiamata ‘zammù’ o ancora l’aneddoto del califfo che risiedeva in Sicilia e che indicava la bevanda come un rimedio contro la gotta. Ci siamo appassionati al testo e la stessa passione l’abbiamo trasferita nella pubblicazione”, ha detto ancora Vindigni.
La presentazione del volume
La prima uscita ufficiale del volume che viene introdotto dalla presentazione del presidente del club service, Giovanni Vindigni, ha il patrocinio del Comune di Vittoria e la prefazione del professor Paolo Monello, e che ha ricevuto il sostegno di diverse aziende del Ragusano, è avvenuta qualche giorno fa, al teatrino della Badia a Ragusa; a relazionare, sono stati chiamati gli amici di sempre del colonnello Coria: il sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, Saretto Sortino, presidente della Confraternita dei Cenacolari dell’Antica contea. All’iniziativa sono intervenuti anche il sindaco di Ragusa, Peppe Cassì con l’assessore Giovanni Gurrieri, Vittorio Sartorio (presidente Accademia italiana della cucina), Saretta Greco (presidente Soroptimist), Franco Antoci (presidente Opera Pia Schininà, l’editore storico delle opera di Coria, Anna Cavallotto e i rappresentanti dei Rotary club di Ragusa e Vittoria. Viviana Assenza, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale ha inviato il suo saluto.
La famiglia
Un’orgogliosa e delicata sottolineatura, quella composta dai famigliari del colonnello, Mary, Valentino e Massimiliano Coria che a vent’anni dalla morte del colonnello Giuseppe Coria – così era conosciuto da tutti – , ricordano che il loro caro, tenente colonnello aveva prestato servizio nel Reggimento Savoia Cavalleria, “e che l’appartenenza a quest’Arma, ha certamente affinato in lui la cultura delle tradizioni e l’importanza della memoria, non solo in ambito militare”. I famigliari ne ricordano la dedizione allo studio e alla ricerca “nel campo delle tradizioni popolari (religiose e non), locali ed enogastronomiche, oltre a quella di continuare a curare il vigneto di famiglia” da “orgogliosissimo vittoriese”.




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