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SONO TROPPO ALCOLICI I VINI ODIERNI?
24 Nov 2014 11:06
In Friuli-Venezia Giulia si è aperto un dibattito sul tenore alcolico dei vini friulani. C’è chi sostiene che un motivo del calo del consumo di vino sia dovuto al grado alcolico eccessivamente alto dei vini odierni. Rispetto al passato, soprattutto nelle zone non particolarmente calde, si è verificato effettivamente un progressivo innalzamento della gradazione alcolica dei vini. Negli anni Settanta un vino friulano generalmente possedeva una gradazione alcolica tra gli 11,5 e i 13 gradi. Oggigiorno si è passati dai 12,5 ai 14 con punte di 15 gradi. Il motivo del calo del consumo di vino in Europa, secondo alcuni, sarebbe legato proprio all’elevata alcolicità dei vini odierni, che poco si armonizzano con l’odierna legislazione stradale. L’idea sarebbe quindi quella di produrre vini più leggeri per incentivarne il consumo.
Non metto in dubbio che questo potrebbe essere un motivo, ma sicuramente non è l’unico né tantomeno il principale. In verità la gradazione alcolica dei vini è aumentata un po’ ovunque non solo per l’innalzamento generale delle temperature, ma soprattutto per il mutato concetto di produzione del vino. Negli anni Settanta una vigna produceva maggiori quantitativi di uva rispetto ad oggi. Questo perché il concetto della potatura, destinato ad abbassare i quantitativi di produzione a favore della qualità, era praticato soltanto da pochi. Più uva produrrà una pianta, maggiore contenuto d’acqua avrà l’uva e minore sarà quindi la gradazione finale del vino. E’ ovvio, però, che l’annata incide notevolmente sulla gradazione alcolica e soprattutto, checché se ne dica, un’azienda agricola può lavorare anche come se fosse un’industria. Ci vuole poco a procedere tramite dei macchinari ad un’operazione di riduzione del contenuto liquido del mosto, in modo che questi risulti più concentrato e di conseguenza più alcolico.
Il calo del consumo di vino in Europa, in particolare in paesi come l’Italia e la Francia, è legato soprattutto a un mutamento delle abitudini alimentari e non da ultimo alla riduzione della capacità di acquisto dei consumatori. Probabilmente quest’ultimo motivo ha accelerato un processo, che era in corso già in tempi di benessere generalizzato. L’abitudine di bere un bicchiere di vino durante i pasti è poco diffusa oggigiorno e comunque sempre meno tra le nuove generazioni. Inoltre rispetto al passato vi è una maggiore varietà di bevande, non solo alcoliche, che hanno intaccato la posizione del vino nella nostra cultura alimentare. Inoltre il vino ha assunto un altro aspetto: come fattore di giovialità, quando si è in compagnia, ma anche come prodotto di pregio da consumare in occasioni speciali, che essendo speciali ovviamente non si verificano tutti i giorni.
È difficile non associare l’appello a produrre vini più leggeri alla consapevolezza che questa annata è stata non particolarmente felice. Essendo stata piovosa anche in Friuli, c’è d’aspettarsi che il vino non sarà ricco d’alcol. L’impressione è quindi che si stia semplicemente mettendo le mani avanti, in attesa di quello che saranno i risultati dell’annata.
Detto questo, va però anche affrontato un pregiudizio radicato nel consumatore odierno. Ovvero un vino per essere grande deve possedere una sostanziosa componente alcolica. Questo è sicuramente uno dei pregiudizi più duri a morire. La qualità del vino non è assolutamente associata né al quantitativo alcolico, né al colore del vino, né alla sua consistenza, né tantomeno alla sua morbidezza. Sono molti i fattori per giudicare un vino e bisogna sempre tenere presente che ogni tipologia di vino va giudicata con parametri diversi.
Ciò che sì può affermare è che l’esagerazione di una componente del vino, per esempio eccessivamente morbido o eccessivamente aspro, è quasi sempre un difetto, che però non per forza intacca la qualità del prodotto.
Desidero però sottolineare una particolarità comune a quasi tutti i vini siciliani: la loro persistenza non sempre molto prolungata dopo la deglutizione. Questo fattore però non intacca il valore complessivo del vino, che può essere nonostante ciò un ottimo prodotto.
(Giuseppe Manenti)
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