SOCCORSI 326 MIGRANTI, 274 UOMINI, 37 DONNE E 15 MINORI NON ACCOMPAGNATI IN 7 PICCOLE IMBARCAZIONI

 

La Polizia a seguito di questo nuovo sbarco, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di:

ABD EL HAMED Mahmoud, nato in Libia il 01.08.1996, NDIAYE Alphousseyni, nato in Senegal il 24.12.1992, SABALLY Lamin, nato in Gambia il 13.09.1983 e SAIDI Boubacar, nato in Senegal il 01.01.1998.

Sono loro secondo i testimoni coloro che ha condotto le imbarcazioni partite dalle coste libiche. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.  

I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

Il giorno 02.10.2016 l’unità navale di soccorso “Topaz Responder” effettuava il trasbordo da altre unità navali che, a loro volta, avevano effettuato complessivamente 7 eventi SAR disposti da IMRCC di Roma, relativi ad un gommone ed altre 6 piccole imbarcazioni con circa 30 migranti a bordo ciascuna. Tali eventi avvenivano nello specchio d’acqua antistante le coste libiche non appena in acque internazionali.

Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.

Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.

Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.

Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.

Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.

La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno sottoposto a fermo 4 scafisti lavorando tutta la notte.

Dopo una breve pausa, le indagini sono riprese questa mattina per concludere il lavoro iniziato ieri pomeriggio ed assicurare alla giustizia tutti i responsabili del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Ancora una volta è stato possibile registrare un nuovo trend, ovvero l’utilizzo di piccole imbarcazioni con a bordo numerosissimi migranti per le dimensioni degli scafi.

In questa occasione sono stati già fermati 4 scafisti sulla base delle dichiarazioni dei migranti ed a breve potrebbero essere fermati altri scafisti responsabili di aver condotti gli altri scafi soccorsi in mare aperto nelle acque antistanti la Libia.

Gli scafisti fermati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica in quanto autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poi essere condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.

 

Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.

 


 

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