Sicurezza sul lavoro nell’area iblea: “Fermare la strage silenziosa degli ultimi anni”

Sicurezza sul lavoro, l’Ust Cisl Ragusa Siracusa, sulla scorta della campagna avviata dal sindacato a livello nazionale, intende rilanciare, anche nell’area iblea, un’azione specifica di sensibilizzazione per dire no alla strage silenziosa che continua ad imperversare in ogni settore, dall’edilizia all’agricoltura, dal manifatturiero alla logistica. Non c’è un segmento produttivo che sia fuori da questa terribile piaga.

“Non dobbiamo pensarci dopo che la tragedia si è verificata – afferma la segretaria generale Vera Carasi – e, d’altro canto, anche sul territorio ragusano, in questi ultimi anni, si è dovuto fare i conti con un vero e proprio bollettino di guerra, con una vera e propria emergenza che ha offeso i valori della Costituzione, macchiando in modo indelebile la dignità e la credibilità delle istituzioni”. La Cisl intende lanciare un messaggio chiaro alla politica ed alle associazioni imprenditoriali. “Non possiamo abbassare la guardia, dobbiamo fermare questa strage – continua Carasi – La sicurezza è un investimento, non un costo. È un dovere innegoziabile, ma è anche un fattore di crescita per l’azienda. Perché un macchinario più sicuro, tecnologicamente più avanzato, è anche più produttivo. Perché la competizione al ribasso sul lavoro porta prodotti di scarsa qualità e ad aziende non competitive. Perché un dipendente o un collaboratore che “si sente parte dell’azienda”, che si sente rispettato, coinvolto, tutelato da un contratto, lavorerà sicuramente con maggiore entusiasmo”.

La Cisl, a livello locale, chiede di rilanciare controlli e ispezioni, con l’auspicio che possano arrivare nuovi ispettori e medici del lavoro; di dare piena attuazione al Testo unico 2008; di avviare una campagna di sensibilizzazione ad ogni livello, cominciando dalle scuole. “Vanno poi migliorate – prosegue Carasi – le sinergie tra le istituzioni coinvolte nella “filiera” della sicurezza, superando incoerenze e inefficienze inconcepibili nella catena di coordinamento tra Governo, Regione, Enti locali, ma anche organi di vigilanza territoriali.

Ci sono da bloccare la deregulation sugli appalti e da adottare piuttosto una “Patente a punti” per tutte le aziende, con meccanismi premiali e sanzionatori che coinvolgano a cascata tutta la filiera del lavoro dato in gestione esterna. Gli Rls devono essere più coinvolti nelle procedure di sicurezza nelle imprese. Bisogna garantire un esercizio reale di vigilanza e controllo, con più forti competenze dei delegati aziendali e delle rappresentanze territoriali in ogni luogo di lavoro. Nessuna azienda deve rimanere senza presidio. Dobbiamo anche aggiornare ed estendere norme e regole alle nuove dimensioni del lavoro da remoto. A quello “forte” dello smart-working. Ma soprattutto a quello “debole” e frammentato del lavoro digitale e su piattaforma. Serve, insomma, una strategia per la salute e sicurezza sul lavoro e serve anche su scala territoriale, mutuando i percorsi attivati ai livelli superiori, regionale e nazionale”.

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