SICILIA, ECONOMIA E POLITICA: QUALI SARANNO LE RISPOSTE DELLA POLITICA?

   Da che cosa dipendono le difficoltà economiche della Sicilia? Alla domanda posta dal Termometro Politico( con metodologia Cawi) a  900 elettori, così si risponde: il 37,2 % dà la colpa agli sprechi della politica, il 23% alla corruzione, il 16,5% dalla scarsa attenzione dei politici allo sviluppo, altri pongono l’accento, il 7,3 %, ai troppi dipendenti regionali, il 7,7% all’arretratezza socio economico della Sicilia, il 4,5 % alla mafia, il 2% alle poche risorse statali. L’1% alla crisi economica nazionale, lo 0,8% all’evasione fiscale.

Da un’analisi a queste risposte, sembra che gli elettori, i 900, diano colpa della situazione alla politica e ai politici nello specifico, ma la situazione economica  in cui versa la Sicilia dipende da più  fattori, troppi dipendenti, troppi dirigenti, troppi consulenti, troppe spese inutili, e, a volte, non mirate alla crescita del territorio. Aggiungiamo anche il poco spazio dato alla vocazione del territorio, agricoltura e turismo, ma anche poco riguardo nei confronti dei beni culturali e delle manifestazioni, che potrebbero essere motori di sviluppo opportunamente utilizzati e messi in essere.

Senz’altro la mafia non permette investimenti sicuri sul territorio e i progetti alla legalità devono essere prioritari per uno sviluppo del territorio e per una qualità di vita più alta e sicura, dati fondamentali per una crescita collettiva.

Individuando in tutte queste risposte una parte di verità, al di là dei numeri, vorremmo porre l’accento su due punti essenziali: l’utilizzazione delle risorse comunitarie, utilizzate finora in parte esigua, a causa della burocrazia e della scarsità di  progettualità,  non in idee ma nel poco essere avvezzi al meccanismo di questi per porli in essere, e l’utilizzazione delle energie alternative, fotovoltaico ed eolico  ad esempio, che consentono di creare posti di lavoro e ricchezza per i territori, se non si vuole ritornare al lumicino ad olio e alla candela, per le pretestuose motivazioni di estetica, di bellezza del territorio, che fra l’altro non viene intaccato, e di arretratezza , basata essenzialmente su un concetto di paesaggio non consono alle necessità delle persone che lo vivono.

Il territorio ibleo ne è un esempio , in quanto si vuole fare di questo  un museo vivente  con pretestuose idee sull’altopiano, che non verrebbe assolutamente intaccato dalle strutture fotovoltaiche ad esempio, opportunamente adattate ad esso.

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