SIAMO ALLARMATI ANCHE PER IL SILENZIO DI ALFANO

Giungono, da parte del Presidente della Regione, notizie allarmanti sull’attivazione dell’aeroporto di Comiso. Emittenti locali e giornali on line danno notizia di un duro intervento dell’On. Lombardo contro il Governo (“Ennesima porcata del Governo nazionale”) che, a quanto sembra, non intende accollarsi  gli oneri dei servizi di assistenza necessari per il funzionamento dell’aeroporto. Pur non conoscendo i dettagli, siamo allarmati, come lo sono i cittadini. Ancor più per il silenzio, fino al momento in cui scriviamo, dell’Amministrazione Comunale, che non interviene tempestivamente per rassicurare ed informare, impegnata per com’è nei suoi programmi ferragostani. Purtroppo per noi, non è difficile capire i termini della questione che sta dietro le dichiarazioni del presidente Lombardo; basta solo tener presente che la politica ha una sua logica e gli atti prodotti debbono avere una loro coerenza. Ricordavamo, in un comunicato del 27 luglio u.s., che il 20 maggio 2010 il Governo, nell’ambito della legge sul federalismo, ha approvato un decreto sul trasferimento dei beni demaniali a Comuni, Province e Regioni. Precisavamo che verrà stilato un elenco di beni da proporre agli Enti territoriali, i quali valuteranno quelli da accettare assumendosene le responsabilità. L’elenco riguarderà il demanio marittimo, il demanio idrico, quello militare dimesso, gli aeroporti di interesse regionale, etc. Il sedime dell’aeroporto di Comiso entra a pieno titolo nel decreto. Non si pone, pertanto, il problema del trasferimento. Il protocollo d’intesa per la cessione del sedime verrà sicuramente firmato. Si pone, drammaticamente, il problema  del costo dei sevizi aeroportuali, come ha chiaramente  rilevato il Presidente della Regione. Pare, d’altronde, abbastanza logico che lo Stato, coerentemente con il decreto adottato e, soprattutto, con lo spirito della sua azione politica, volta a sfoltire tutte le spese, non intenda accollarsi l’onere per i servizi di un aeroporto regionale. Questo, al di là del giudizio che si voglia esprimere in merito, era ampiamente prevedibile. Ecco perché nel comunicato di dieci giorni fa «La Torre» poneva due interrogativi: 1) Potrà essere firmato dai ministeri interessati un protocollo d’intesa che non tenga conto dei provvedimenti adottati dal Governo? 2) Allorché il sedime verrà ceduto all’ente territoriale, presumibilmente la Regione, potrà lo Stato, in contrasto con lo spirito della riforma degli Enti Locali, mettere a carico del proprio bilancio l’assistenza al volo, i Vigili del Fuoco e quant’altro necessario per il funzionamento dello scalo aereo?  Riproponiamo oggi i due interrogativi e rilanciamo, ancora una volta, l’appello a produrre uno sforzo unitario e partecipato, innanzi tutto locale e provinciale, ma anche regionale, per la ricerca di soluzioni di immediata attuazione, che tengano ben presente il pesante tributo pagato per questo aeroporto dalla comunità locale in oltre un cinquantennio, dal Secondo Conflitto Mondiale allo sconvolgimento prodotto dalla base missilistica con l’insediamento, in un territorio sovrappopolato,  di circa cinquemila persone estranee alla cultura locale. Ancora una volta: O decisioni ragionate, sostenute da tutti o lotta di tutti per lo sviluppo di questo estremo lembo di Sicilia. Non c’è spazio per spartizioni, iniziative salva-reputazione elettorale o equivoche intermediazioni. 

 

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