SFIGMO E FONENDO di Alessandro Tumino

E’ cominciato il nuovo anno accademico e tantissimi giovani che, con le loro famiglie, avevano puntato le loro aspettative future, con esborso economico non indifferente per i variegati ed ubiquitari corsi di formazione,sulla professione Medica,hanno dovuto fare scelte formative diverse. Eppure dal 2014 il numero dei Medici continuerà a decrescere e si stima che nel 2018 avremo 22.000 professionisti in meno;il Ministro Fazio si dichiara “pronto a promuovere politiche attive per fronteggiare la crisi” (sic).

Il Ministero della Salute, la Federazione Nazionale dei Medici e le Regioni hanno chiesto l’aumento dell’offerta formativa tanto che si è passati (udite, udite) dai 7366 posti disponibili nell’anno accademico 2007/2008 a 8800 posti dell’anno appena cominciato. Considerando che per “fare” un Medico ci vogliono almeno 10 anni, al di la di quanto promesso in termini di ulteriori finanziamenti per le Specializzazioni (in atto sono 5000 gli Specialisti in formazione finanziati dallo Stato), appare chiaro che è necessario costringere le Università Pubbliche a fare il proprio dovere di “formare” i nostri giovani.

Già oggi in Piemonte, Lombardia e Veneto oltre il 52% dei Medici di Guardia Medica, spesso porta di ingresso per l’inserimento nel Servizio Sanitario, è straniero ed è numericamente rilevante il fenomeno di Medici,per lo più provenienti dai Paesi dell’Est, Turchia e Grecia, che dopo aver conseguito la Laurea nei propri paesi, viene in Italia. Il Collega si iscrive all’Università per validare la Laurea (in genere studiano altri due anni per integrare il loro curriculum alla nostra legislazione) e per sostenere l’esame di Stato. Le Università introitano facili tasse di iscrizione per “confermare” un Medico già per lo più formato, che magari non conosce la lingua, gli usi e costumi (ma che importa!! A cosa servono queste minuzie per un Uomo-Medico) ed il gioco è fatto, con buona pace dei nostri ragazzi e del loro futuro e con discreto sollievo delle Casse Universitarie.

Probabilmente non è più reversibile la scelta dei test di ingresso, che bisogna rivedere e lo dicono tutti, ma è assolutamente necessario aumentare i posti disponibili, magari con un incremento percentuale annuo che è facilmente calcolabile essendo il nostro sistema Sanitario dotato di standard ben determinati nei vari contratti e nelle piante organiche degli atti aziendali delle Aziende Sanitarie. Dopo qualche anno si fa uno step,si rifanno i conti e si ricontano le esigenze,non mi pare ci voglia tanto.

Se si considera poi che in Europa tutti cercano Medici (Inghilterra, Spagna e Francia su tutti) le scelte non fatte sembrano sempre più legate alla voglia di mantenere “nell’ignoranza” il popolo. Ma forse mi sbaglio!

 

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