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SER HINCHA DE BOCA…
04 Nov 2016 13:09
Il fenomeno consistente nel tifare, o semplicemente provare simpatia, per una squadra straniera è un qualcosa di sempre più frequente tra gli appassionati di calcio su scala mondiale. Rimanendo in Italia, si possono citare dei veri e propri club ufficialmente riconosciuti dalle società estere. Tra questi spiccano i Martelli d’Italia e la Pena Leones Italianos, rispettivamente fan accaniti del West Ham e dell’Athletic Bilbao. Inoltre, ha suscitato sorpresa la recente dichiarazione da parte del terzino destro campano del Cagliari Fabio Pisacane di tifare ardentemente per il Boca Juniors. Il virus in questione ha contagiato anche il sottoscritto in quanto, pur essendo un tifoso romanista doc, provo molta simpatia nei confronti della parte gialloblu di Buenos Aires.
Nascita di una nuova passione: ovviamente, è un meccanismo estremamente soggettivo che varia a seconda della specifica sensibilità della persona. Nel mio caso, tutto è cominciato circa un anno fa, quando sono rimasto sveglio sino a mattina inoltrata per gustarmi una partita di Copa Libertadores di Carlitos Tevez e soci. Pur assistendo alla gara dalla tv, ho provato dei veri e propri brividi all’ascolto ed alla vista dell’intera Bombonera stracolma e, nello specifico, della Doce, ossia della curva iper passionale e rumorosa degli Xeneises. Più in generale, ciò che rapisce dell’intero Sud America è l’amore sacro che gli hincha provano per la loro squadra del cuore; sentimento che si riflette nei cori e, su scala più larga, nel tifo costante ed incessante che l’intero stadio esercita, riuscendo, nella maggior parte dei casi, a spingere quasi fisicamente il proprio team al successo. Addirittura, i cori si innalzano maggiormente, divenendo un vero e proprio inferno sonoro per gli avversari ed al contempo una carica clamorosamente grande per la propria squadra di appartenenza, quando l’undici amato è sotto nel punteggio o, comunque, si trova in una fase di sofferenza. Tornando alla partita in questione, al gol iniziale del Boca la reazione della Doce è stata la seguente: oltre al consueto frastuono da pelle d’oca, condito dai canonici termini quali Vamos, Dale, Gooooollllll ecc, si assiste allo spostamento dall’alto verso il basso, fino alla rete di recinzione che separa la curva dal terreo di gioco, di una marea umana informe al fine di far sentire ancor di più il proprio calore e la propria presenza al marcatore e, più in generale, a tutti i propri idoli. Nello stesso match, ho avuto il privilegio di assistere ad uno slalom incredibile di Tevez, condito da due tunnel consecutivi /in lingua madre canos/, gesto tecnico che fa letteralmente godere il pubblico sudamericano, con relative esultanze non molto lontane da quella precedentemente mostrata al momento del gol del vantaggio. Un altro aspetto tipico del mondo Boca, specchio del tifo quale fede praticamente religiosa, ai limiti della blasfemia, è quello consistente nella possibilità di far lanciare le proprie ceneri all’interno del rettangolo verde della Bombonera. In questo modo il tifoso riuscirà, pur essendo passato a miglior vita, a rimanere ancora vicinissimo alla propria squadra del cuore, concetto abbastanza riduttivo data la scelta in questione, ed a spingerla figurativamente verso il raggiungimento della vittoria sportiva.
Simpatia più che tifo vero e proprio: almeno nel mio caso, questo bel sentimento non arriva a toccare i livelli estremamente alti relativi al mio essere un fervente tifoso della compagine giallorossa della capitale. Tuttavia, ciò non toglie nulla alle bellissime sensazioni che provo assistendo ad una partita del Boca Juniors alla Bombonera; nella quale mi piacerebbe andare per assistere ad un match dal vivo, così da sentire in maniera nettamente amplificata le emozioni percepite attraverso un televisore a chilometri di distanza. Viva el futbol, viva sudamerica y dale Boca !!!!
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