SENZA LUCE

L’emblema della sede provinciale del Partito Democratico, con le luci spente alla chiusura dei seggi, la dice tutta sullo stato del partito, dilaniato da lotte interne di tutti i tipi, alle prese con l’elezione dei vertici comunali e provinciali che hanno trasformato le operazioni di voto, per come detto da esponenti dello stesso partito, in farsa.

Non sono bastati i comunicati e gli appelli ai regolamenti dei giorni precedenti la competizione elettorale, a Vittoria si è assistito alla conferenza stampa di assessori comunali sul marciapiede antistante la sede del partito, a Comiso, la tensione avrebbe provocato, secondo indiscrezioni, addirittura un blackout con uno dei garanti che ha abbracciato con un gesto fulmineo l’urna convinto di aver visto, nel buio, aggirarsi per la stanza,  alcune schede precompilate che, pare, avessero intenzione di far visita, dentro l’urna, alle amiche regolarmente vidimate. Sempre da indiscrezioni, pare che addirittura un Onorevole abbia porto anche le scuse al Garante per l’accaduto, non si sa se a nome personale o per conto di qualcuno, ma queste cose, se reali, vanno denunciate con sputtanamento generale, non solo fatte oggetto di indiscrezioni.

I risultati danno un quadro della situazione del partito da guerriglia urbana.

Pare non contino nemmeno i nomi dei segretari dei circoli, a Ragusa sarebbero stati eletti Lauretta al primo, Barone al secondo circolo mentre quelli del terzo avevano già deciso di rimandare il congresso all’anno nuovo. A Modica risulta segretario cittadino Spadaro che, pare, non abbia raccolto unanimi consensi, cosa che si evince dalla schede bianche, le stesse che avrebbero consigliato l’eletto di Ispica, Stornello, a dimettersi subito dopo l’elezione, perché le bianche risultavano in numero maggiore delle valide.

A Pozzallo nulla ha potuto la cocoordinatrice dei renziani, contro il segretario uscente Ammatuna, a Scicli l’ing Cannata, uomo della senatrice Padua, riesce a racimolare un esiguo vantaggio sulla concorrente Trovato.

Nella parte occidentale del territorio provinciale affermazioni della Belluardo a Comiso e di Farina a Santa Croce, facile successo di Cannizzo a Vittoria contro le uniche forze rimaste in campo a sostegno della Fiorellini.

Dalle votazioni sono usciti fuori i duecento delegati che dovranno eleggere, al ballottaggio il segretario provinciale. Ago della bilancia, una volta confermata la validità di tutte le operazioni congressuali, nel partito c’è da aspettarsi di tutto fra vertici locali, regionali e nazionali, sarà Mario DAsta che con il suo 25% di delegati, cioè 50, sarà arbitro della contesa fra Peppe Calabrese e Giovanni Denaro.

Denaro, espressione del nuovo corso democratico di Vittoria, uomo di fiducia del Sindaco Nicosia, gode dell’appoggio dell’attuale segreteria, che fa capo ai Zago, Di Giacomo e Battaglia, la vecchia guardia del partito che ancora resta attaccata con le unghie al potere che, lentamente, si va perdendo.

Zago, stimato personalmente come uomo, ha fatto politicamente il suo tempo, Di Giacomo è in contrapposizione con l’attuale Sindaco di Comiso, espressione di un nuovo corso della politica democratica, Battaglia resta l’ultimo comunista a Ragusa, in perenne contrasto con Calabrese e con D’Asta.

Quest’ultimo rappresenta il nuovo corso renziano che, nonostante i numerosi salti sul carro del vincitore, non ha conseguito grandi risultati, se non quello di costituire, secondo vecchie logiche della politica, l’ago della bilancia. Ma il giovane D’Asta rappresenta anche l’alleato, nel terzo circolo, dei cattolici provenienti dalla Margherita, l’area che potrebbe e dovrebbe fare la differenza in questa occasione.

Nulla è scontato, già si sono visti all’opera alle ultime amministrative, quando, per annientare Calabrese, hanno consegnato la città al Movimento 5 Stelle, riducendo il partito ad una sorta di organismo quasi privo di vita.

Questa volta ci potrebbero essere accordi di tipo nuovo per affermare una nuova supremazia in città, ma soprattutto per non riconsegnare il partito in mani vittoriesi e comisane.

Sarebbe ora che Ragusa affermasse la sua centralità, i ragusani sono stanchi di essere guidati una volta dai modicani, e i risultati alla fine sono stati evidenti, una volta dai comisani e anche qui non ci sono stati risultati esaltanti, ora ci dovremmo mettere nelle mani dei vittoriesi che in quanto a liti e beghe interne non hanno nulla da invidiare. Allora tanto vale tenerci le nostre e cercare di andare avanti.

Da rilevare che nel quadro degli accordi che, nelle prossime ore, si andranno a intavolare, potranno incidere le valutazioni per l’indicazione del segretario nazionale

Solo mostrando alla gente ragionevolezza e maturità si può sperare di riconquistare posizioni, il Partito Democratico deve dimostrare di essere rimasto l’unico a meritare il nome di partito, se non se ne adottano metodi, regole e consuetudini, sarà meglio spegnere definitivamente le luci e chiudere bottega.

Altrimenti, per non farlo segretario, disconoscendo la forza dei consensi che esprime la città di Ragusa, faremo di Calabrese un mostro immortale come Berlusconi contro cui i democratici di tutte le latitudini ci hanno rimesso le penne, restando con un pugno di mosche in mano.

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