SEI DIABETICO? FUORI DALL’AULA!

Un fatto di discriminazione scolastica accaduto ad un bambino con diabete il quale è stato di fatto allontanato dalla classe dall’insegnate nel momento dell’autosomministrazione dell’insulina.

La settimana scorsa abbiamo dedicato la nostra rubrica sull’alimentazione al diabete essendo il 14 novembre la Giornata Mondiale del Diabete. Oggi, restando sullo stesso argomento, vogliamo fare una digressione e raccontare una storia che lascia spazio, in realtà, solo alla collera e al silenzio.

La notizia riportata su alcuni blog internet ha attratto l’attenzione di chi è sensibile a queste discriminazioni.

L’episodio, per il quale l’associazione Diabete Italia, ha scritto al Governo, è di  incontestabile gravità perché, al pari di altre forme di razzismo, determina un precedente gravissimo.

Spulciando i blog e intervistando mamme di bambini che hanno il diabete abbiamo, purtroppo, scoperto che, seppur non raccontati, esistono moltissimi casi simili.

Una mamma, in lacrime, ci ha raccontato che suo figlio, alla fine dell’anno scolastico precedente, è stato escluso dalla FIERA DEL DOLCE  annuale. Come? Le maestre hanno “gentilmente” chiesto alla madre di farlo assentare in quel giorno perché il bambino non solo non avrebbe potuto mangiare nulla, ma non avrebbe potuto preparare un dolce perché diabetico.

A queste geniali insegnanti vogliamo spiegare un po’ di cose tecniche, innanzitutto:  il diabete mellito tipo 1, quello tipico dei bambini,  insulino dipendente è una patologia cronica per la quale esiste una cura ma dalla quale oggi non si guarisce. L’unica forma di guarigione è l’accettazione della malattia stessa: nell’ambito pediatrico da parte dei genitori prima, del bambino poi. E’ proprio attraverso questa fase di accettazione che si può ambire al raggiungimento dell’autostima necessaria alla pratica di un autocontrollo consapevole ed efficace per prevenire le devastanti complicanze anch’esse gravi sul piano umano per il paziente ed economico per la comunità. Ciò significa che, con le dovute attenzioni, è ovvio, un bambino diabetico può mangiare una fetta di torta come tuti gli altri, ma, ancora di più, un buon insegnante potrebbe inventare qualcosa che, coinvolgendo l’intera classe, non metta in discussione la partecipazione di un bambino diabetico, così come disabile, così come di un’altra religione e via discorrendo.

La diversità non può ancora essere una DISCRIMINANTE e non può esserlo a maggior ragione nelle scuole che dovrebbero rappresentare, insieme alla famiglia, l’istituzione EDUCANTE e il primo luogo di AGGREGAZIONE e non di DISCRIMINAZIONE.

I bambini non sono razzisti, ai bambini si insegna il razzismo se i grandi lo sono.

Ma, purtroppo, è proprio vero che il male più grande della società è l’IGNORANZA e che anche chi si assurge a persona colta, molto spesso, è povera e priva di molto altro ben più necessario per stare al mondo.

Scusate la digressione, scusate l’opinione, ma anche noi giornalisti ne abbiamo diritto e proprio per il ruolo che ricopriamo dovremmo, più spesso, veicolare riflessioni, oltre che informazioni.

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