Segni di speranza ad ogni età: il messaggio di Papa Leone alla vigilia della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani

La quinta, quella di domani, dopo la sua istituzione per volontà di Papa Francesco. “Se è vero che la fragilità degli anziani necessita del vigore dei giovani, è altrettanto vero che l’inesperienza dei giovani ha bisogno della testimonianza degli anziani per progettare con saggezza l’avvenire. Quanto spesso i nostri nonni sono stati per noi esempio di fede e di devozione, di virtù civiche e impegno sociale, di memoria e di perseveranza nelle prove! Questa bella eredità, che ci hanno consegnato con speranza e amore, non sarà mai abbastanza, per noi, motivo di gratitudine e di coerenza” – scrive nel suo messaggio il Santo Padre.

Un messaggio che tocca il cuore, che solleva i problemi di abbandono e solitudine cui spesso sono relegati gli anziani, che invita ad abbattere i muri dell’indifferenza.

“Le nostre società, ad ogni latitudine, si stanno abituando troppo spesso a lasciare che una parte così importante e ricca della loro compagine venga tenuta ai margini e dimenticata. Davanti a questa situazione, è necessario un cambio di passo, che testimoni un’assunzione di responsabilità da parte di tutta la Chiesa – sono le parole di Papa Leone – ogni parrocchia, ogni associazione, ogni gruppo ecclesiale è chiamato a diventare protagonista della ‘rivoluzione’ della gratitudine e della cura, da realizzare facendo visita frequentemente agli anziani, creando per loro e con loro reti di sostegno e di preghiera, intessendo relazioni che possano donare speranza e dignità a chi si sente dimenticato. La speranza cristiana ci spinge sempre a osare di più, a pensare in grande, a non accontentarci dello status quo. Nella fattispecie, a lavorare per un cambiamento che restituisca agli anziani stima e affetto”.

Ed il Santo Padre ricorda anche come Papa Francesco ha voluto che la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani si celebrasse anzitutto incontrando chi è solo.

“Per la medesima ragione, si è deciso che quanti non potranno venire a Roma, quest’anno, in pellegrinaggio, possano ‘conseguire’ l’Indulgenza

giubilare se si recheranno a rendere visita per un congruo tempo agli anziani in solitudine, quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro” ed in ultimo Papa Leone conclude con l’invito “a lodare Dio ed a coltivare l’unità con i nostri cari, ad allargare il cuore a chi è più lontano e, in particolare, a chi vive nel bisogno”.

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