SE MIO FIGLIO GIOCA CON LE BAMBOLE…

Nella sua crescita il bambino incontra il gioco: luogo per antonomasia di crescita e di apprendimento. Il bambino impara a conoscere se stesso e il mondo. In psicologia si considera il gioco come luogo per lo sviluppo del pensiero, per l’accesso ai simboli, alle astrazioni, alle rappresentazioni, mezzo importante anche per la gestione dell’ansia e del desiderio. Nella nostra vita, siamo soliti mettere delle etichette, che tendono a rassicurarci; ci dicono senza dubbio chi o casa abbiamo di fronte. Esattamente come rassicura molti genitori vedere il proprio bambino giocare con delle macchinine e la propria bambina pettinare le bambole. Una delle caratteristiche più rilevanti dal punto di vista, politico e sociale del gioco e del giocattolo, è dato dalla tradizionale distinzione tra giocattoli destinati ai bambini e giocattoli per bambine. Per i papà è una questione di orgoglio guardare il proprio bambino divertirsi con giocattoli prettamente maschili, questo fa sì che non venga messa in discussione la virilità del proprio figlio. Il problema dei giocattoli di genere, non ha solo a che vedere con un pizzico di omofobia, che in tanti si portano dentro, ma riguarda piuttosto, un aspetto ben più vasto: lo sviluppo delle competenze sociali e personali, dei propri bambini. Il primo paese ad accorgersene è stato la Svezia, circa due anni fa, ha lanciato la catena Top Toy. Ha inserito nel suo catalogo natalizio un giocattolo innovativo: una bambola, che spara con un mitra finto e per i maschietti, un bambino che coccola un bambolotto. Sono questi i giochi che inizierebbero a scardinare parecchi stereotipi, molto diffusi tra i genitori. Le bambine, come accadeva un tempo, sommerse dalle loro bambole, trucchi, pentolini e finti elettrodomestici erano escluse dai giochi in cui è prevista una certa manualità. A Gennaio la sottosegretaria alla Scuola inglese, convinta che le donne in futuro possano portare un grande contributo al settore scientifico e tecnico, ha lanciato un appello ai produttori di giocattoli e ai genitori: produrre, ma soprattutto comprare, alle bambine giocattoli manuali. La neuroplasticità, concetto molto caro ai neuroscienziati, indica la capacità del nostro cervello di modificare la sua struttura in risposta ad una grande varietà di fattori. Esporre le bambine, sin da piccole, a giochi e attività tecnico matematiche, non è una questione secondaria e non vuol dire trasformarle in veri e propri maschietti. I giochi sono e devono rimanere soltanto dei giochi, ma molto importante è creare uno spazio dove ciascuno possa essere guerriero e principessa.

 

 

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