SE L’EMERGENZA IDRICA NON DOVESSE RIENTRARE, DAL 2 APRILE EROGATA ACQUA NON POTABILE

“Una decisione ponderata – sottolinea il Commissario Margherita Rizza – presa in accordo con l’esperto in materia idrica Paolo Roccuzzo, i dirigenti ed vertici dei settori comunali coinvolti, il consiglio comunale nella persona del presidente Pino Di Noia”.

Alla fine è arrivata, quindi, l’ordinanza per mezzo della quale, con decorrenza dalle ore 8,30 di giorno 2 aprile, si dispone il divieto di utilizzo, a scopo potabile e per tutti gli usi domestici se non previa ebollizione, dell’acqua distribuita dall’acquedotto comunale dell’area urbana di Ragusa, con esclusione degli ospedali M. P. Arezzo e Civile e delle frazioni di Marina di Ragusa, San Giacomo e della Zona Industriale ASI. Il provvedimento, reversibile dopo una settimana di clorazione per sanificare l’intera conduttura ed i serbatoi, raccomanda alla popolazione di evitare l’ingestione diretta dell’acqua.

“Ho deciso di far decorrere il provvedimento da martedì 2 aprile – afferma il Commissario – solo perché sono stata informata che è all’esame della Giunta di Governo della Regione Siciliana un  provvedimento che concederebbe al Comune un contributo di un milione di euro finalizzato alla realizzazione di nuovi pozzi d’acqua e la loro messa in rete. Nessun condizionamento e nessuna pressione quindi mi ha convinta a far slittare di qualche settimana l’entrata in vigore della predetta ordinanza, ma solo il buon senso e la speranza che questo lasso di tempo possa essere utile per superare nel migliore dei modi questa emergenza. Sarei oltremodo contenta se sopravvenissero nel frattempo le condizioni che favorirebbero la revoca dell’ordinanza stessa. La decisione non sminuirà affatto – continua – il nostro impegno a fronteggiare l’emergenza idrica attraverso altre azioni a corto, medio e lungo termine. Lavoreremo in questi 18 giorni affinchè questo doloroso provvedimento non si renda necessario”.

“Le analisi condotte l’11 marzo – spiega Paolo Roccuzzo – hanno evidenziato purtroppo la presenza di Cryptosporidium, un genere di protozoo di provenienza animale dannoso per l’uomo. Per cui l’Asp, nella persona del direttore sanitario Vito Amato, ha chiaramente fatto intendere di non poter autorizzare l’apertura dei pozzi B e B1 senza una ordinanza di non potabilità dell’acqua. Sono comunque in atto a Palazzo dell’Aquila molteplici strategie volte a captare altre fonti alternative per tamponare l’emergenza. Stiamo procedendo per somma urgenza sia nell’effettuare un ulteriore allaccio con i pozzi dell’ASI che per la messa in funzione del pozzo trivellato vicino al serbatoio Bruscè”.

“In previsione potrebbero esserci altre due somme urgenze – aggiunge il dirigente del quarto settore Michele Scarpulla – per la realizzazione di un nuovo pozzo presso l’impianto di sollevamento del torrente San Leonardo ed un altro pozzo a monte della zona inquinata. In questo modo recupereremmo per intero la quantità di acqua mancante”.

“Sono tutti interventi a lunga scadenza – continua il Commissario – legati al finanziamento regionale di circa un milione di euro. Altra azione importante sarà volta a rendere maggiormente efficiente la condotta idrica, eliminando quindi le dispersioni. Stiamo inoltre valutando la proposta di una centrale a bio gas presentataci ieri da una ditta privata accompagnata dal Pd. Una ipotesi a costo zero per il nostro Ente e che riteniamo molto utile per la comunità. L’obiettivo ultimo dell’amministrazione – conclude – è quello di rimuovere la causa di inquinamento”.

Non è stato chiarito come si intende agire nei confronti delle tariffe. Una questione ancora non risolta, sebbene sia al vaglio del tavolo tecnico.

Molti i contrari all’ordinanza comissariale, a partira dal Partito democratico che in più occasioni ha evidenziato un forte dissenzo, come IdV e l’associazione Partecipiamo. Anche la sezione Ascom di Ragusa esprime perplessità e preoccupazione in ordine alla decisione assunta dal Comune. Il presidente sezionale, Cesare Sorbo, ha inviato al commissario straordinario, Margherita Rizza, una nota in cui si chiede la sospensione del provvedimento oltre alla richiesta di un incontro in cui l’associazione di categoria avrà modo di illustrare le difficoltà che si andrebbero a creare in capo alle attività di produzione, in particolare bar e ristoranti.

“Capiamo la difficoltà del momento – dice il presidente Sorbo – e ci rendiamo conto che dalle attività in questione l’acqua potrà essere utilizzata previa bollitura. Ma ciò comporterà un aggravio dei costi, in un momento tra l’altro molto complesso sul piano economico, sena parlare del fatto che solitamente sono previste una serie di procedure rispetto alle quali si corre il rischio di non potere essere assolutamente garanti circa la corretta prassi igienica richiesta dalle normative sanitarie europee (ad esempio un ristorante dovrebbe fare bollire l’acqua anche solo per lavare la lattuga dell’insalata). Ecco perché abbiamo chiesto un incontro con il commissario Rizza, allo scopo di manifestare questi nostre perplessità e cercare di trovare tutti assieme, utilizzando il metodo della concertazione, una soluzione”.

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