Scuola 4.0: gli studenti iblei studiano usando i visori di realtà aumentata

Quei “visori di realtà” che, nei mesi scorsi, avevano destato la curiosità di tanti. Ora sono qualcosa di vero e gli studenti hanno toccato con mano quel piano di innovazione già collaudato al liceo Parini di Milano che prepara gli studenti a nuovi orizzonti e che il dirigente scolastico delle scuole superiori di Scicli, Enzo Giannone, ha voluto importare nella sua città a beneficio dei suoi studenti.   

I visori di realtà aumentata: eccoli in quella che si preannuncia essere la Scuola 4.0 al passo con i tempi.

“Nel laboratorio linguistico gli alunni e le alunne si sono cimentati in una lezione di inglese innovativa, immersi nella realtà aumentata attraverso i nuovi visori – spiega il dirigente Enzo Giannone – siamo nella Scuola 4.0 ed ora che il periodo delle iscrizioni è terminato, consentiteci di condividere una riflessione. Abbiamo visto scuole statali fare i manifesti 6×3 e tappezzare di manifesti l’intera provincia per cercare alunni come se si trattasse di clienti di un supermercato. Lo stesso, o peggio, per enti di formazione professionale che promettono l’inverosimile e invece non rilasciano titoli di Stato validi. Purtroppo dobbiamo registrare che spesso si sottovaluta, anche nelle scuole statali, l’importanza di un corretto e utile orientamento per il futuro dei nostri giovani. La scuola pubblica deve garantire standard di serietà e qualità. Noi proviamo a farlo costantemente, non promettiamo e non facciamo manifesti 6×3 ma offriamo ai nostri giovani quanto di più innovativo oggi esiste nella didattica. E i ragazzi di questo video ne sono la dimostrazione”.

Per questo piano c’è stata formazione per docenti ed assistenti tecnici di area informatica.

“L’utilizzo dei visori è finalizzato a costruire ambienti per l’apprendimento che siano innovativi, dinamici e con più ampie possibilità di interazione, anche attraverso nuove piattaforme didattiche on line e nuovi software – precisa Enzo Giannone – l’uso dei visori non allontana dal metodo tradizionale di apprendimento, anzi lo rafforza e rappresenta il primo passo per ridurre il divario digitale che oggi c’è nel mondo scolastico e nel mondo di tutti i giorni”. 

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