È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
SARÀ PRESENTATO IN PREFETTURA UN PROGRAMMA STRATEGICO DI AZIONI POSITIVE
23 Nov 2014 12:00
La Consulta Comunale Femminile, in coordinamento con AMMI, CIF, MARIA CRISTINA, FIDAPA, INNER WHEEL, LA CRISALIDE, MOICA, SOROPTIMIST, presenteranno in Prefettura giorno 25 alle ore 17.00 un ‘Piano Strategico di Azioni Positive per contrastare la violenza contro le donne’.
L’obiettivo è di pianificare con sistematicità e continuità gli interventi da attuare, in maniera da favorire l’efficacia dell’azione di sensibilizzazione, evitando di concentrare l’attenzione solo nelle giornate simbolicamente dedicate al fenomeno della violenza o alle problematiche di genere (25 novembre, 8 marzo, ecc.).
Il Programma concordato rappresenta una sorta di ‘Dichiarazione d’intenti’ costruita sulla consapevolezza che la violenza sulle donne rappresenta una gravissima violazione dei diritti umani.
La complessità e la drammaticità del problema, assurto a vero e proprio dramma sociale, richiede una imponente azione condivisa, a tutti i livelli, affinché si sviluppi un significativo processo che miri a cambiare i modelli culturali che sottendono il rapporto donna-uomo.
La violenza sulle donne ha, infatti, un carattere strutturale, avendo origine dalla ‘struttura di genere’ delle nostre società, dalla definizione e ridefinizione dei ruoli e dei rapporti tra i ruoli, dalla costruzione della soggettività e dell’intersoggettività, dal rapporto tra sfera privata e sfera pubblica.
Tali caratteri sono comuni a qualsiasi tipo di violenza di genere, che si tratti cioè di violenza extra- o intrafamiliare (anche se la violenza in famiglia assume sfumature più difficili da trattare, perché maggiormente radicate nella storia personale di ciascun attore).
Ma quel che si osserva oggi è una sempre più drammatica precarietà relazionale che sembra caratterizzare in maniera pervasiva ogni contesto di vita; spesso i modelli di rapporto uomo-donna trasmessi dai diversi sistemi sociali (famiglia, scuola, lavoro, economia, media, …) si rivelano contraddittori, quando addirittura non favoriscano il perpetuarsi di anacronistici stereotipi che cristallizzano i ruoli, impedendone l’evoluzione e la crescita positiva.
La difficoltà ad evolversi in parallelo con tale complessità fa vivere male, crea disagio a volte espresso con modalità maldefinite (insicurezza, insoddisfazione, ricerca di compensazioni, ….), altre volte agito con comportamenti aggressivi espliciti che, pur con diverse modulazioni, possono sfociare in quadri di patologia della relazione.
Si colloca in tale contesto la violenza sulla donna, che appare oggi quasi infinita e la cui escalation si connota di caratteristiche sempre più inquietanti, come il ripetersi ormai pressoché costante della dinamica omicidio-suicidio, che sembra svuotare di significato qualsiasi tipologia di intervento (meno che mai quello di recupero).
La Scuola e la famiglia rappresentano i contesti privilegiati dai quali possono essere veicolati valori e modelli culturali positivi mirati proprio allo sviluppo di consapevolezze tali da facilitare l’adozione di adeguate chiavi di lettura dei cambiamenti che hanno caratterizzato le differenze di genere.
Per raggiungere quest’obiettivo è necessario che, in una logica di prevenzione primaria, nei curricoli scolastici si vada oltre la semplice previsione dei temi interdisciplinari che trattano il genere e la parità di genere, ma che nell’elaborazione di tali curricoli si consideri il carattere di trasversalità della dimensione relazionale per tutti gli ambiti disciplinari, talché l’educazione alla relazione (affettiva, emotiva, sociale) costituisca cornice ideale e sfondo integratore per la formazione globale della persona.
Serve un cambiamento di paradigma culturale e un ripensamento non solo dei saperi, ma principalmente dei modelli relazionali, possibili solo attraverso un significativo percorso di formazione, di cui la Scuola può farsi carico perché ne ha gli strumenti (culturali e professionali), facendo da valido supporto alla Famiglia, nella prospettiva di una efficace alleanza educativa.
Il ‘Programma strategico di azioni positive’ intende muoversi nella direzione della informazione/formazione per sostenere interventi mirati di sensibilizzazione, sia a livello di contesti specifici (famiglia, scuola,) sia nell’ampio ambito sociale.
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