Santa Croce: 30 anni di attesa per 18 alloggi popolari passano come normalità

SANTA CROCE CAMERINA – Nella sede dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Ragusa gongolano. Nel municipio di Santa Croce Camerina gli fanno eco e rilanciano le gioiosa notizia: 18 alloggi di edilizia residenziale pubblica saranno finalmente assegnati entro fine anno in città. Attendiamo, dunque, altre scene di giubilo sotto Natale. Però, un po’ di sobrietà non guasterebbe. Qualcuno, infatti, dovrebbe arrossire di vergogna di fronte a un’indecenza che dura da ben oltre trent’anni. Non gli attuali amministratori dei due enti, ai quali, anzi, va dato il merito di mettere fine a un’attesa da tempi biblici.

Il grazioso edificio che si trova sulla circonvallazione di Santa Croce, a poche centinaia di metri dallo stadio, ha una lunga storia che pochi, ormai, ricordano. Affonda, addirittura, nei primi anni Novanta del secolo scorso, quando lo scheletro del palazzo occupò le cronache locali perché, ormai in stato di abbandono, era diventato la sosta preferita di mucche al pascolo nei campi confinanti, durante i pomeriggi soleggiati, da queste parti piuttosto soventi. Seguirono lustri di assoluto oblio, in cui le fondamenta diventarono anche “alloggi” temporanei per immigrati senzatetto, spesso lavoratori nelle aziende agricole della zona.
Poi i pilastri in cemento armato furono abbattuti (sotto l’Amministrazione Schembari), perché nel frattempo la struttura era diventata obsoleta e non più consona alle nuove norme in materia. Al loro posto, molto piano piano, è cresciuta l’odierna struttura.

Bisognerebbe mettere una targa alla memoria, tra le vie Maria Zisa e XXV Aprile. Emblema dei ritardi pubblici, allo stesso livello di autostrade e compagnia bella. Nel frattempo, molti di coloro che speravano un giorno di poterci andare a vivere non sono più tra noi. Si sono portati il loro sogno nel luogo dove non ci sono graduatorie, né – almeno, si spera – l’odiosa burocrazia che ha ucciso uno dei diritti più elementari: una casa per sé e la propria famiglia. Più fortunate le 18 famiglie assegnatarie che avranno finalmente un’abitazione confortevole, dove godere della meritata serenità, a lungo inseguita.
Agli uffici preposti: bene, bravi, bis. Anzi, no. Un bis del genere è meglio non concederlo.  foto di repertorio riguardante una delle lunghe fasi di edificazione degli alloggi popolari a Santa Croce Camercina scattata nel 2009

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