Sanità: la Cgil e Forum avviano percorso di mobilitazione

Avviato oggi un cruciale percorso di mobilitazione volto a difendere e rilanciare il sistema sanitario pubblico. Questo movimento, che si articolerà attraverso iniziative a livello territoriale, regionale e nazionale, ha ricevuto un forte impulso a Ragusa, dove la Cgil, la FP Cgil e lo SPI sindacato pensionati, insieme al Forum per la difesa e la promozione della Sanità Pubblica, hanno unito le proprie forze.

Il Forum, costituito il 5 marzo, ha già raccolto adesioni da oltre venti associazioni e movimenti, manifestando una crescente consapevolezza riguardo alla necessità di affrontare le criticità sempre più pressanti del sistema sanitario pubblico. Quest’ultimo, ormai quasi al collasso, non riesce più a rispondere adeguatamente alle esigenze di cura della cittadinanza.

La Sicilia, da decenni, è travolta da una crisi sanitaria, economica e sociale di proporzioni allarmanti, che ha un impatto devastante sul lavoro e sulla salute delle fasce più vulnerabili della popolazione. Donne, anziani, disabili, lavoratori precari, disoccupati, minori e immigrati si trovano ad affrontare gravi difficoltà nell’accesso alle cure, soprattutto quelle specialistiche.

Le liste d’attesa per visite specialistiche ed esami diagnostici sono diventate un ostacolo insormontabile, con tempi che possono protrarsi per mesi, se non anni. Questa situazione costringe molte famiglie a rivolgersi a servizi privati, pagando costi eccessivi che spesso risultano proibitivi.

L’attuale incapacità del sistema sanitario pubblico di fornire risposte adeguate si riflette anche nella diminuzione della capacità delle strutture ospedaliere e ambulatoriali di fronteggiare la domanda crescente di cure.

Per affrontare questa sfida, è necessario un cambiamento radicale che non si limiti a proteste episodiche, ma che si traduca in una vertenza sociale su questioni fondamentali, tra cui:

  • Il rapporto tra sistema sanitario pubblico e privato, e il nodo delle convenzioni che indeboliscono le strutture pubbliche a vantaggio dei privati.
  • Il conflitto tra il diritto dell’utenza alle prestazioni pubbliche e gli interessi di chi esercita la libera professione all’interno delle strutture pubbliche.
  • Il potenziamento della medicina territoriale, con un focus sul rilancio dei consultori e sulla medicina di genere.
  • L’assistenza sanitaria destinata alle popolazioni migranti e alle persone in situazioni di marginalità sociale.
  • L’assunzione e la stabilizzazione del personale sanitario per ridurre le liste d’attesa e migliorare l’assistenza.

Tuttavia, queste sfide non possono essere affrontate efficacemente senza un’immediata attenzione alle questioni basilari, come l’accoglienza all’interno delle strutture sanitarie pubbliche, la carenza di medici di base e la gestione dei nuovi presidi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

È urgente mettere in discussione le politiche che hanno portato al definanziamento e ai tagli nel settore sanitario, rendendo evidente che i cittadini stanno pagando il prezzo di decisioni politiche sbagliate.

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