RIVEDERE A LIVELLO COMUNITARIO L’ACCORDO EUROMEDITERRANEO CON IL MAROCCO.

PALERMO – Una lettera-appello è stata inviata dal parlamentare regionale Nello Dipasquale all’europarlamentare del Partito Democratico, Michela Giuffrida. Dopo aver appreso dalla stampa che l’on. Giuffrida farà parte della commissione agricoltura al Parlamento Europeo, l’on. Dipasquale ha voluto evidenziare alcune delle difficoltà che vivono giornalmente i componenti del comparto agricolo siciliano. Un aiuto potrebbe arrivare dalla rivisitazione dell’accordo euromediterraneo con il Marocco siglato nel febbraio 2012 e su cui è stata presentata una mozione all’Ars proprio da Dipasquale, successivamente approvata. “Apprendiamo dalla stampa con vivo piacere della sua nomina in Commissione Agricoltura al Parlamento Europeo – scrive Dipasquale alla Giuffrida – Un organismo di grande importanza per il futuro della nostra agricoltura. Oggi nel bene e nel male la Comunità Europea decide il destino della nostra agricoltura e della nostra zootecnia. Anche se lei è alla prima esperienza, confidiamo molto sulle conoscenze della problematiche che lei ha della Sicilia, maturate con la sua professione di giornalista. Sono sicuro, on. Giuffrida, che lei si prodigherà per la nostra agricoltura, e a tal proposito mi permetta di suggerirle ciò che secondo me, anzi secondo il Parlamento Siciliano, è la madre di tutte le battaglie, e cioè il famigerato accordo euromediterraneo con il Marocco siglato nel febbraio 2012 e che ha inesorabilmente innescato il tracollo della nostra agricoltura. Noi in Parlamento, caro onorevole, abbiamo individuato la via di fuga da questo accordo che, quando fu poco responsabilmente approvato, vide tra l’altro il voto contrario del nostro presidente Rosario Crocetta, un voto che si differenziò anche rispetto al resto del suo stesso partito. La via di fuga è nell’art. 7 dell’accordo che disciplina le norme di salvaguardia, e noi ci aspettiamo, caro onorevole, che con la forza e la determinazione di una persona che ama la Sicilia finalmente il trattato possa essere rimesso in discussione così come del resto l’articolo 7 prevede, così da bloccare il processo distruttivo che sta facendo morire la nostra agricoltura. Questa, ritorno a dire, è la madre di tutte le battaglie e la nostra agricoltura avrà un futuro solo se ci potremo riappropriare o anzi se potremo competere ad armi pari in quelli che erano e che sono ancora i nostri mercati”.

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