Ricorre il 550° anniversario del massacro di 360 ebrei a Modica, il 16 agosto nell’atrio comunale si ricorda l’eccidio

Di Uccio Barone

Ricorre il 15 agosto di quest’ anno il 550° anniversario della strage del 1474, quando 360 ebrei di Modica furono trucidati da una folla tumultuante, che dopo avere ucciso anche donne, anziani e bambini in una furiosa caccia all’ uomo non esitò a devastare case e proprietà, a bruciare magazzini e sinagoghe , impadronendosi di denaro, gioielli e suppellettili . La storiografia ( da Cecil Roth a David Abulafia, da Attilio Milano a Slhomo Simonshon ) ha definito l’ eccidio il più grande pogrom della storia d’ Italia , in relazione al mutato contesto ìnternazionale segnato dalla conquista turca di Costantinopoli ( 1453 ) e dal risorgente antisemitismo come risposta cristiana contro l’ espansionismo islamico.

Quasi mezzo secolo fa, partendo dai documenti trascritti a fine Ottocento dai fratelli Lagumina , una pionieristica ricerca di Giovanni Modica Scala ( “Le comunità ebraiche nella Contea di Modica”, Setim 1978 ) ha ricostruito antefatti, sviluppi e conseguenze di quel terribile massacro, sottolineando in particolare il ruolo inquisitoriale dei domenicani e la predicazione degli altri Ordini mendicanti contro la blasfemia e l’ eresia ( i violenti sermoni di frate Giovanni da Pistoia ). Più recentemente, tuttavia, gli studiosi hanno aggiornato il quadro interpretativo sulla base di nuova documentazione. Henry Bresc, ad esempio , ha richiamato l’ attenzione sulla presenza determinante nel tumulto di molti schiavi , che avrebbero tentato tre anni dopo di reiterare la “rivolta servile” a Ragusa, dove progettavano di incendiare la giudecca “et voliri taglari a pezzi li judei in lo modo chi fu facto in la terra di Mohac”. L’ ipotesi è davvero interessante perché trova giustificazione nel lucroso commercio nordafricano degli schiavi controllato da mercanti ebrei nel porto di Siracusa. In un saggio del 2000 Giuseppe Palermo ha rafforzato questa tesi, che accende i riflettori su una manodopera sfruttata e di colore, utilizzata ampiamente anche nei conventi e monasteri. A Modica Domenicani e Carmelitani avevano schiavi a loro servizio e si affrettarono a chiederne il perdono al vicere perchè erano fuggiti dopo l’ eccidio.

In un mio saggio del 2018 ho evidenziato soprattutto il tema economico, legato all’ attività creditizia degli “sborsanti” ebrei , i cui elevati tassi di interesse aggravarono la congiunta pressione fiscale della Regia Corte e dei Conti di Modica ( giustificata dalle spese militari per la conquista di Napoli e per domare la ribellione della Catalogna ) che colpiva pesantemente i già magri guadagni di artigiani e popolo minuto . Non a caso, nel 1449-51 erano esplose le rivolte antifiscali di Ragusa, Modica e Scicli capitanate da notai, artigiani locali e mercanti catalani. Nel 1474 le violenze antiebraiche ebbero come obiettivo la sottrazione e l’ incendio degli atti notarili e delle scritture contabili relative ai debiti contratti, allo scopo di evitare la restituzione delle somme dovute. Nelle loro Lope Durrea i banchieri Bonavoglia e gli altri superstiti insistettero sul punto, denunciando la distruzione delle fedi di credito come causa principale della loro rovina, in quanto la mancata restituzione dei prestiti avrebbe provocato il loro fallimento e l’ impossibilità di dotare figlie e sorelle. Sotto tale profilo la strage del 1474 sembra piuttosto segnare il passaggio dagli eccidi medievali scatenati dall’ intolleranza religiosa alle rivoluzioni dell’ età moderna motivate da ragioni economiche e di classe.

In terzo luogo colpisce in quella così grave congiuntura l’ assoluto silenzio dei Cabrera : il conte Giovanni era morto tre mesi prima, ma il potere giudiziario e di polizia era saldamente nelle mani della vedova, l’ astuta contessa Giovanna Ximenes de Foix . Il fatto che si dovette attendere fino a dicembre l’ arrivo del vicere e delle sue truppe per avviare le indagini e processare alcuni dei colpevoli fa ipotizzare un sostanziale appoggio ai rivoltosi da parte dei vertici istituzionali della Contea . In una sua ricerca appena pubblicata Francesco Pellegrino ha dimostrato come sin dal 1463 i rapporti tra la comunità ebraica e Giovanni Bernardo fossero molto tesi, a differenza dei decenni precedenti , allorché i più ricchi esponenti della giudecca monopolizzavano gabelle e dazi civici della Contea, finanziando le imprese militari dei Cabrera. Oltre ai debiti non restituiti, i Conti dovevano tener conto del patriziato urbano smanioso di sostituirsi alla lobby ebraica nel controllo degli appalti pubblici.

Un’ ulteriore pista di ricerca riguarda gli effettivi mandanti della strage, che non possono limitarsi al clero regolare e ai maggiorenti locali ( a cominciare dal potente capitano di giustizia Pietro Celestre , che non fece intervenire il corpo di guardia ). La copiosa documentazione prodotta da Simonshon dimostra come al tumulto parteciparono molte persone non residenti nella Contea e come la stessa Università modicana abbia richiesto a Lope Durrea che i tanti “stranieri” complici della rivolta contribuissero al pagamento della salata “composizione” di 7000 fiorini per ottenere la prescrizione dei reati. . Numerosi indizi rendono plausibile l’ ipotesi che il piano fu ordito su scala sovralocale, forse nella capitale Palermo, per colpire una delle più doviziose e potenti comunità ebraiche della Sicilia, guidata dall’ estesa dinastia dei Bonavoglia che avevano per lungo tempo mantenuto la carica di “dienchelele” ( la massima autorità delle giudecche siciliane ) e la cui roccaforte politica e sociale rimase a Messina fino all’ espulsione del 1492.

Quasi certamente Modica non fu la sola responsabile dell’ immane tragedia.

Dettagli della serata

“Udite il pianto e il lamento. A Modica hanno ucciso ebrei senza conta”.
Saluti: Maria Monisteri, sindaco di Modica, Carmelo Arezzo, presidente della società Ragusana di Storia Patria.
Giuseppe Barone: La storia, le storie.
Riduzione scenica di Lucia Trombadore
Letture Carlo Cartier – Marcella Burderi – Piero Roccasalvo
Con la partecipazione del Gurppo Muorika Mia
16 agosto 2024 ore 20.30 Atrio Comunale Modica.

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