È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
RETE DEGLI STUDENTI MEDI IN SICILIA: IN PIAZZA CON I LAVORATORI
06 Dic 2012 15:38
Allo sciopero del 6 dicembre annunciato dai lavoratori si sono uniti anche gli studenti per rivendicare ancora una volta il diritto e la dignità della scuola pubblica nel nostro paese.
«Grazie alle nostre battaglie è stato respinto il progetto di legge Aprea che prevedeva la distruzione della democrazia nelle scuole e l’ingresso dei privati nei consigli di istituto. Abbiamo difeso i nostri diritti, conquistati in anni e anni di battaglie, che ci garantiscono la possibilità di esprimerci con i nostri spazi democratici. Una vittoria di tutti gli studenti che non si sono mai arresi e sono scesi in piazza per difendere la propria scuola, il proprio futuro. Ma questo non ci basta perché i problemi della scuola rimangono immutati».
Non esiste ad esempio una legge nazionale e regionale sul diritto allo studio che garantisca l’accesso al sapere a tutti; una scuola su due non è a norma per non parlare della didattica che è ancora ferma agli anni ’50.
«La nostra generazione viene considerata la generazione perduta, quella senza futuro, quella che avrà l’accesso al mondo dell’università sbarrato dai test d’ingresso e dal numero chiuso, quella che se avrà un lavoro lo avrà precario e senza garanzie, quella che non avrà una pensione».
In questo momento in moltissime scuole del paese si stanno svolgendo occupazioni, autogestioni e assemblee per discutere un nuovo modello di scuola da cui ripartire, un modello democratico e partecipativo che dia voce a chi ha pagato in questi anni una crisi che non ha causato.
«Siamo stati e continueremo ad essere nelle piazze perché sentiamo la responsabilità di dover far vedere il cambiamento che vogliamo come alternativa concreta e sostenibile, con idee forti e proposte concrete. La nostra mobilitazione non si ferma perché perché siamo stanchi dei continui tagli alla scuola pubblica e dell’assenza di un progetto di vero cambiamento. Scendiamo in piazza proprio con i lavoratori perché abbiamo le loro stesse rivendicazioni, perché i diritti che vogliono togliere a loro sono gli stessi diritti che vogliono togliere a loro e perché insieme vogliamo difendere la democrazia sia nelle scuole che nei luoghi di lavoro».
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