REGIONE SICILIA: TAGLI ALLA POLITICA

Rosario Crocetta non smentisce le sue posizioni per quanto riguarda i tagli agli stipendi. Già da novembre ha ridotto il suo di stipendio. Non l’ha detto per evitare colpi di teatro e ha fatto bene, in quanto su questi argomenti molti preferiscono stupire, anche per fini populistici, invece il Presidente lo ha fatto senza annunciarlo, in quanto è consapevole che questi tagli vanno operati, come anche è necessario adottare la spending review di Monti, applicata a più settori.

Le “nuove” indennità prenderanno, come punto di riferimento, le Regioni virtuose: l’Umbria per quel che riguarda le indennità di presidenti di giunta e consiglio, l’Emilia Romagna per gli stipendi dei consiglieri e l’Abruzzo per quanto riguardai finanziamenti ai gruppi consiliari. Per scendere sul terreno delle cifre: il presidente della Regione e gli assessori non potranno guadagnare più di 13.800 euro lordi, 11.100 euro lordi per i consiglieri. Al netto, 7.400 euro e 6.200 euro. E il decreto Monti, a dire il vero, prevede anche tagli per i trasferimenti ai gruppi parlamentari. Al momento, quei trasferimenti sono il frutto della somma dei rimborsi spese per il mandato parlamentare di ogni deputato e ammontano a 3.180 euro al mese. La nuova disciplina, in vigore dal mese di ottobre 2012, prevede l’erogazione di tale somma direttamente al deputato che dovrà rendicontare in dettaglio le spese sostenute. Ma il decreto Monti prevede una riduzione sensibile: cinquemila euro, ma all’anno.

A questi fatti, appoggiati anche da Giovanni Ardizzone, Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, seguiranno, quindi, i decurtamenti degli stipendi d’oro dei parlamentari di almeno del 30%.

“E i tagli ai costi della politica non dovrebbero fermarsi qui. E un altro intervento lo ha suggerito sempre il presidente della Regione. Un vecchio “pallino”: “Perché non si equiparano gli stipendi dei dirigenti dell’Ars a quelli della Regione?”. Ma sull’Ars decide l’”altro presidente”. Quello che già ieri ha anticipato il governatore: “Non possiamo e non vogliamo rifiutarci di applicare il decreto Monti”.

Apprendiamo questa notizia e informiamo i lettori,in quanto affermiamo che questi sono i fatti, che vogliamo ascoltare, dal momento che non ci si senta isolati nel dover fare fronte alla crisi solamente da una parte, da parte dei “soliti noti”,pubblico impiego, impresa eccetera.

Il tasso di povertà, le “nuove povertà”, gli invisibili, certamente sono una realtà cui dare risposte concrete.

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