RECORD DI DIRIGENTI IN SOVRANNUMERO ALLA REGIONE

E’ diminuita del 2,4% la spesa sostenuta dalla Regione siciliana per i propri dipendenti che ammontano, tra personale a tempo determinato e indeterminato a 20.642 persone. Un numero  comunque elevatissimo, secondo la Corte dei Conti siciliana. “Il governo regionale si è impegnato nella riduzione degli sprechi, anche se i maggiori risultati devono ancora venire”. Infatti la Regione siciliana ha 1.428 dirigenti in più, contro i 528 previsti: c’è un dirigente ogni 5,6 dipendenti. A parlare è Giovanni Coppola, procuratore generale della Corte dei conti per la Regione siciliana, a margine dell’udienza pubblica tenutasi allo Steri davanti alle Sezioni riunite della magistratura contabile regionale. Nella sua requisitoria, Coppola ha puntato l’attenzione su due importanti capitoli di spesa della Regione: il costo dei dipendenti e quello della sanità. Il primo è quello che desta maggiori preoccupazioni, mentre il secondo, pur rimanendo in un contesto di uscite molto elevate, sembra avere intrapreso un cammino virtuoso. Ciò che preoccupa Coppola sono prima di tutto “i costi sostenuti dalla Regione per l’elevatissimo numero di dipendenti regionaliche al 31 dicembre 2009, tra personale a tempo determinato e a tempo indeterminato, sono ammontati a 20.642 unità – si legge nella relazione – Di essi, 2.010 sono i dirigenti a tempo indeterminato, cui vanno ad aggiungersi altri 32 dirigenti esterni, di cui ben 9 dirigenti generali”. Diminuiscono, invece, i dipendenti a tempo indeterminato, ora 13.528 contro i 13.986 del 2008. Determinanti, secondo Coppola, i presupposti che si sono creati con la nuova dotazione organica: i dipendenti a tempo indeterminato sono 4.808, per un aumento pari al 45% del totale. Non viene poi tralasciato il capitolo della stabilizzazione dei precari: “Questa pratica è eticamente scorretta, perché rappresenta una mortificazione per le centinaia di migliaia di giovani disoccupati – continua Coppola – ignorati a beneficio di soggetti che sono stati selezionati senza concorso, non per maggior merito o intelligenza, ma solo in ossequio a logiche clientelari che hanno avuto di mira le prossime elezioni, anziché le prossime generazioni”. Secondo Coppola, la stabilizzazione pura toglierebbe definitivamente a tutte le centinaia di migliaia di giovani disoccupati anche la “speranza, almeno per i prossimi 30 anni, di un futuro nella pubblica amministrazione siciliana”. A seguire viene passata in rassegna la spesa sanitaria, “che nel 2009 è costata ai contribuenti circa 1 milione di euro all’ora”. “In tale campo si notano, però, dei segnali positivi ove si consideri che nel 2009 la spesa sanitaria siciliana, dopo anni di continui aumenti si è finalmente arrestata, anzi è diminuita di circa 118 milioni di euro per un totale di impegni di 8 miliardi 775 milioni – si legge nella requisitoria di Coppola – Dette somme servono a retribuire 52.184 dipendenti, di cui 5.078 a tempo determinato”. Non diminuiscono nemmeno i “viaggi della speranza” dei siciliani che scelgono di curarsi in regioni diverse dalla Sicilia (Lombardia in testa). Per questi “pellegrinaggi della salute” sono stati spesi quasi 235 milioni di euro, a fronte di un incasso di 52 milioni dovuto ai non siciliani che scelgono la Sicilia per curarsi. Le consulenze e gli incarichi ad esterni nel 2009 nell’ambito della sanità in Sicilia sono ammontati a 1.065 per una spesa complessiva di circa 13 milioni di euro. “La spesa farmaceutica convenzionata -ha proseguito- ha inciso per un miliardo circa di euro, in diminuzione del 4,45% rispetto allo scorso anno. Negativo, come per gli anni precedenti, è risultato il saldo per la mobilità sanitaria extraregionale, cioe’ la differenza tra quanto spende la Regione per i siciliani che vanno a curarsi fuori dalla regione e quanto incassa per i ricoveri di non siciliani che si curano nell’isola: per la mobilita’ attiva si sono incassati circa 52 milioni di euro mentre per quella passiva si sono spesi quasi 235 milioni di euro, con un saldo negativo di 183 milioni di euro” Per ultimo Coppola ha esaminato il settore dei lavori pubblici, con dei risultati non proprio entusiasmanti. Nella sua relazione infatti, la Corte dei Conti siciliana si è soffermata sul numero degli appalti, 456, aggiudicati nel 2005 e non ancora terminati, mentre per 35 non sono nemmeno iniziati i lavori e 287 non sono stati ancora collaudati. Infine, si sottolinea come sia da riformare la modalità di aggiudicazione degli appalti regionali: grazie al sistema normativo vigente, che obbliga a “complicatissimi calcoli per la selezione delle offerte” si è registrata una convergenza dei ribassi verso l’unico valore di 7,3152. Con questa cifra matematica le ditte “hanno la quasi certezza di aggiudicarsi l’appalto”. Un appello ad accelerare la spesa dei fondi europei, infine, é stato lanciato dal presidente delle sezioni riunite della Corte dei Conti in sede di controllo, Rita Arrigoni. Presente all’audizione il presidente della Regione Raffaele Lombardo che ha espresso soddisfazione per il giudizio “sugli sforzi immani che il governo siciliano sta facendo per spazzare via gli sprechi”. E poi: “La Regione non può funzionare da ammortizzatore sociale – ha continuato Lombardo – Limiteremo le assunzioni, accompagnandole con i pensionamenti”. Anche l’assessore regionale alla Salute, Massimo Russo, si dice soddisfatto: “Quello della Corte dei conti è un giudizio che fa giustizia alla virtuosità del percorso che abbiamo iniziato”. (Laura Curella)

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