Ragusa tra le province con più donne imprenditrici

Sono soprattutto le regioni del Centro che vedono ridurre la partecipazione femminile al mondo dell’impresa: oltre 2.400 le attività in meno nel 2020 rispetto al 2019, con una diminuzione dello 0,81%. Nel Nord Est le imprese guidate da donne calano di quasi 1.500 unità (-0,63%), mentre il Nord Ovest registra poco più di 1.200 imprese femminili in meno rispetto all’anno precedente (-0,39%). Positivi al contrario i dati del Mezzogiorno: quasi 1.300 le imprese in più, pari al +0,26%.

E’ quanto emerge dall’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere. Sei le regioni, quasi tutte le Mezzogiorno, che vedono aumentare le attività guidate da donne. In Campania, Trentino Alto Adige, Sicilia, Sardegna, Calabria e Puglia il confronto con l’anno scorso mostra variazioni positive comprese tra il +0,63% e il +0,10%. La Lombardia, con un -0,05%, è sostanzialmente stazionaria.

Perdite consistenti si registrano invece in Molise, Friuli Venezia Giulia, Marche, Valle d’Aosta e Liguria, dove le variazioni negative sono comprese tra il -2,02% e il -1,08%. Sono 34, inoltre, le province che registrano incrementi di imprese femminili compresi tra il +1,41% di Lecco e il +0,06% di Latina.

Dopo Lecco, si mantiene sostenuta la crescita di imprese guidate da donne a Ragusa (+1,38%), Napoli (+1,34%), Agrigento (+1,17%) e Crotone (+1,04%). Isernia (-2,79%), Vercelli (-2,11%) e Udine (-1,93%) le province che, al contrario, mostrano le maggiori riduzioni. Diversamente da quanto registrato dal totale delle imprese femminili, le aziende fondate da giovani donne diminuiscono in tutte le aree territoriali e in tutte le regioni, a partire da Sicilia, Campania e Lazio.

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