Ragusa-Catania: salvati 1500 ulivi, trapiantati su terre confiscate alla mafia

Un importante intervento di tutela ambientale sta prendendo forma lungo il tracciato della Ragusa-Catania. Il progetto di mitigazione ambientale, inserito sin dalla fase di approvazione dell’intervento nel 2017 e supervisionato dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Ragusa e dal Servizio 15 per il Territorio del Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale, ha evitato l’abbattimento indiscriminato della vegetazione preesistente lungo l’asse viario. In particolare, oltre 1500 ulivi, numerosi carrubi e altre specie autoctone di pregio sono stati espiantati e trapiantati in un luogo altamente simbolico: la Fattoria della Legalità, un bene confiscato alla criminalità organizzata e oggi affidato alla Regione Siciliana.

Una rinascita ambientale su terreni sottratti alla mafia

I terreni, assegnati alla Regione dall’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità (Anbsc), sono oggi gestiti dal Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale. È qui che le piante hanno trovato nuova vita, grazie a un’opera attenta e meticolosa di reimpianto, irrigazione e cura, coordinata dal Servizio 15 di Ragusa, diretto dal Dott. Tullio Serges, e guidata a livello centrale dal Dirigente Generale Ing. Alberto Pulizzi.

Il lavoro è stato possibile grazie all’impegno congiunto del Commissario Straordinario di Governo, il Presidente della Regione Renato Schifani, del Vicecommissario Ing. Raffaele Celia (Anas), e del Responsabile Anas del Procedimento, Ing. Luigi Mupo, con il coinvolgimento diretto delle imprese esecutrici dei quattro lotti del cantiere. Tutto il lavoro è stato realizzato grazie alla supervisione e il coordinamento di ANAS.

Ogni esemplare è stato censito, schedato e localizzato, con un’attenta selezione delle specie adatte al trapianto. L’intervento si è svolto nel pieno rispetto delle finestre stagionali favorevoli e del cronoprogramma del cantiere, evitando ritardi o danni alla vegetazione.

Il Comune di Chiaramonte Gulfi, fortemente coinvolto nelle fasi di espianto, ha promosso inizialmente una conferenza dei servizi presso la Soprintendenza di Ragusa, al fine di garantire trasparenza e condivisione dell’intervento con il territorio.

Foto: repertorio

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