RACCONTARE STORIE VERE DI DONNE!

Un  silenzio spezzato e il suono delle campane della piazza per raccontare le storie vere di donne. Storie di donne abusate, violate, violentate nel corpo, nella mente, nell’animo, nel cuore.

Donne private di sé stesse, della loro dignità, dell’amore per sé stesse, purtroppo, in molti casi, anzi, troppi, della vita stessa.  Nel 2012 sono state 120, solo in Italia le donne uccise, sì UCCISE, da uomini che erano mariti, compagni, amanti, amici e, purtroppo, anche figli.

A tutte queste donne, ma anche a tutte quelle che sono ancora nel buio, strette nella morsa dei loro carnefici è stata dedicata, in occasione della Giornate delle Donne, l’iniziativa,  che si è svolta in P.zza San Giovanni a Ragusa sabato pomeriggio.  

Così come in tutte le altre piazze italiane, anche Ragusa ha usato le scarpe di tante donne come simbolo della manifestazione, ma, nel capoluogo ibleo si è scelto di posare sui mattoni della piazza tanti tipi di scarpe diverse, non solo quelle rosse, per sottolineare, ancora di più, che donne diverse, con storie diverse, con vissuti diversi, sono state accomunate dallo stesso atroce destino: morire per mano di qualcuno che le riteneva troppo ingombranti, troppo belle, troppo….  E sotto ogni paio di scarpe un nome che non era solo un  nome, ma era una donna, era una madre, era una giovane universitaria, era un sogno spezzato, era un mondo distrutto dal rapido e tuonante colpo di una pistola, dalla lacerante lama di un coltello o dalle botte, da tanti e intensi colpi da distruggere ogni centimetro della pelle.

Parole dure, sì, che toccano il profondo, ma altro non sono che la realtà, la dura ed insopportabile realtà di fronte alla quale ancora, purtroppo, c’è tanto silenzio, contro la quale c’è ancora tanto da fare.

“Il nemico più grande da distruggere – ha detto Lisa Iudice, presidente della Prometeo e ideatrice dell’iniziativa – è la paura e la solitudine. Moltissime donne, troppe, non riescono ancora a denunciare perché non sono supportate abbastanza, perché vengono lasciate sole dalle famiglie e scelgono, disperate, di restare al fianco dei loro carnefici non vedendo altra soluzione. A tutte queste donne noi vogliamo dire che la soluzione c’è e che non sono sole”.

Sono state tantissime le altre realtà del volontariato che hanno partecipato. In primis l’Associazione Nuova Vita di Ragusa che gestisce il Centro Anti-violenza coordinato da Letizia Licitra, l’Anmil, l’Agorà, Donne al Sud, l’Ugl, l’Aiad, ma anche l’Osservatorio Provinciale Interpartitico e il Dipartimento delle Pari Opportunità.

Emozioni forti quelle che si sono susseguite leggendo i brani di donne che hanno tirato fuori ricordi, stralci di vita vissuta o di morte vissuta, di anni di atrocità e sofferenza nascoste dietro al muro di un silenzio assordante, rotto solo dalle urla e dal rumore dei graffi sulla pelle, degli strappi sul cuore. Ma anche storie di donne che la violenza l’hanno subita nella mente, umiliate, distrutte nel loro essere donne, madri, compagne e, semplicemente, PERSONE.

Quel silenzio oggi è stato rotto e ogni nome pronunciato dalle donne che erano presenti, seppur non potesse ridar la vita a quelle sorelle private del loro diritto all’esistenza, sembrava quasi dare un’unica o ultima occasione di farsi sentire.

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