QUESTO MATRIMONIO (NON) S’HA DA FARE !

Potrebbe finire come nel romanzo di Manzoni, i Promessi Sposi, dopo mille peripezie, in mezzo  guerre ed epidemie, osteggiati dagli uomini e dal destino, alla fine coroneranno il loro sogno d’amore. Ma il contesto suggerirebbe, forse, di scendere di livello e rifarsi alla commedia napoletana di fine ‘800, a quel capolavoro di Eduardo Scarpetta che fu Miseria e Nobiltà, magistralmente portato sugli schermi dal grande Totò e da una procace Sofia Loren.

In effetti l’accostamento è improprio e, forse, utopistico: non si tratta di due innamorati protagonisti di un amore contrastato, le larghe (ma sarebbe meglio dire auspicate) intese sono il tentativo di un padre nobile di combinare il matrimonio del figlio con la  ricca borghese per sistemare le cose di casa, assicurargli un avvenire, garantire il proseguire della dinastia che rischia di estinguersi, andare in pensione tranquillo e con la coscienza a posto, fiducioso che, come avveniva una volta, dopo potrà anche sbocciare l’amore.

Dalla parte di lei, la famiglia e gli amici non aspettano altro: fare impalmare la giovane significa, per tutti, nobilitarsi, retaggio di altri tempi necessario per coronare una vita di impegno e di sacrificio, indispensabile per sancire l’emancipazione sociale e politica. Tutto il resto è secondario, ma ci vuole un matrimonio in grande, gli esponenti importanti della famiglia devono essere in prima fila, i testimoni devono essere d’eccezione, tutti devono vedere e sapere dove è arrivato il ricco borghese che dal matrimonio ricaverà prestigio e considerazione non indifferenti. Il blasone acquisito costituirà la nuova pregiata corazza del combattente per la libertà sociale, il passaporto diplomatico per superare ogni confine e giustificare, in definitiva, la realizzazione del grande dipinto che spetta ai padri della patria e alle eminenze. Concedere la figlia non sarà poi una tragedia, il fine giustifica i mezzi, le smisurate possibilità economiche potranno rifarle anche la verginità.

Nella famiglia dello sposo non c’è lo stesso entusiasmo, tutta la dinastia vive all’interno del palazzo e non accetta di buon grado l’invasione di una truppa di volgari borghesi. Ci sono le vecchie cariatidi che cercano di salvare privilegi e prestigio del blasone, sono attaccate alle vecchie regole di comportamento e di galateo, è dura farsi vedere in pubblico con gente inferiore socialmente, temono soprattutto il giudizio della gente. Temono le dicerie sulla ragazza, hanno sentito parlare di feste e festini a luci rosse, nella famiglia c’è anche qualcuno che ha avuto a che fare con la legge e si teme che lo scandalo, da un momento all’altro, possa avvolgere tutti. E se poi nasce un erede, a chi somiglierà, conserverà i tratti aristocratici e avrà incastonati nel dna  cromosomi dei principi che la casata porta avanti da anni e che, unica in Europa, ha saputo conservare gelosamente ? oppure verrà fuori un giovane o una giovane scapestrata, liberale, intollerante alle regole, capace di sconvolgere il piccolo mondo antico?

All’interno della casata c’è anche una lotta per la supremazia: fino a che il capostipite non si ritirerà a vita privata e lascerà tutti al loro destino, prevale l’istinto di mantenere una immagine di unità e di accordo, ma gelosie e rivalità covano sotto la cenere. Gli anziani sanno di far parte, ormai, di un mondo che non è il loro, se sono fortunati andranno a finire a governare qualche piccola proprietà di paese, ma si sa che in questi periodi di crisi economica, i feudi non rendono più come quelli di una volta, senza dire che ci sono controlli continui da cui, una volta, i nobili erano esonerati. Oggi, porco boia, ti vanno a controllare anche le ricevute per i rimborsi e farsi dare una tangente è diventato un problema.

I giovani discendenti scalpitano, non sarebbero stati pochi quelli disponibili a impalmare la ricca borghese, tutti cercano, comunque, nuove alleanze,  sono spiriti giovani che credono nel futuro e sognano di fare tesoro delle tradizioni di famiglia, sperano di trarre ancora beneficio dai beni di famiglia, anche se il capostipite li riprende sempre, perché alla fine non riescono mai ad affermare la supremazia della casata.

Anche i parenti che abitano lontano, hanno capito l’antifona e corrono ai ripari con matrimoni di convenienza, facendo capire che hanno compreso come sia cambiato il mondo.

Come andrà a finire ?

Come nei Promessi Sposi e trionferà l’amore ?

Come in Miseria e Nobiltà dove, dopo ore di commedia, Felice Sciosciammocca torna contento nel suo mondo plebeo, ma  dopo che gli innamorati hanno coronato il loro sogno d’amore ?

Oppure rivedremo le meravigliose scene di Se scappi ti sposo  dominate dalla splendida Maggie Carpenter interpretata da Julia Roberts ?

C’è di buono, per noi, che, in ogni caso, c’è un lieto fine.

 

L’ubriaco di Palazzo La Rocca

 

 

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