Francia, Gran Bretagna e Spagna alzano il livello di attenzione sanitaria per la diffusione di una pericolosa ondata di influenza stagionale particolarmente aggressiva, ribattezzata dagli esperti “super influenza”. Si tratta del virus H3N2, uno dei principali ceppi influenzali, che quest’anno si presenta con un sottotipo mutato, noto come “K”, capace di diffondersi più rapidamente e […]
Questo caldo ci fa litigare di più, anche su WhatsApp
11 Lug 2024 08:58
La rubrica dello psicologo, a cura di Cesare Ammendola
Non fa molto freddo in questi giorni. E le temperature, ferunt, sono destinate ad alzarsi. Bene così.
Non occorre essere psicologi per sapere che con l’afa aumentano impulsività, ostilità e aggressività. Anche in Sicilia, nel sud est, in particolar modo nel primate ibleo (giurano gli antropologi di mezzo Mondo). Diciamolo. Il caldo eccessivo non aiuta il mantenimento dell’equilibrio psico-fisico. E neppure le nostre relazioni sociali. È un attimo: l’insofferenza per il caldo estivo si trasforma in antipatia per l’intero genere umano. Complici il sovvertimento dei nostri ritmi biologici, la perdita di sonno, il dormire poco e male e a frammenti spettinati, tra un ventilatore forsennato, un balcone spalancato (e oramai condominiale) e una zanzara in piena crisi ormonale.
Il fattore termico agisce sul nostro sistema nervoso (anzi, nervosissimo), così sensibile all’aumento di temperatura, al tasso di umidità e alle ore di esposizione alla luce. Così si allenta la nostra capacità, già precaria, di controllare gli stimoli ambientali negativi. Le altissime temperature e l’umidità agiscono sui sistemi neuroendocrini: ovunque i circuiti cerebrali risultano sovraeccitati (alzi la mano chi non l’ha notato in giro) e faticano i mediatori chimici che normalmente ci renderebbero calmi e rilassati. Forse.
È nota l’influenza della stagione estiva sulla ciclicità di alcune patologie psichiche, come depressione e bipolarità. E, meno grave, ma degno di nota è l’aumento di persone sofferenti di attacchi di panico. La sensazione di spossatezza, la fatica nel compiere anche le banali azioni quotidiane (come raccogliere l’indifferenziato, soprattutto oggi), i giramenti di testa, le difficoltà di attenzione innescano in soggetti già tendenzialmente ansiosi il sospetto che nel loro corpo stia accadendo qualcosa di irreparabile e seriamente minaccioso.
Col caldo il cervello appunto produce più cortisolo, l’ormone dello stress. Tra gli effetti sulla mente umana, si registra l’irritabilità, che è un sintomo depressivo, la vulnerabilità, il senso della non risolvibilità del problema che aumenta il senso di impotenza, la svogliatezza, il calo del tono dell’umore, la mancanza di energie, che è correlata alla mancanza di interesse per molte cose che in precedenza accendevano l’entusiasmo, un peggioramento degli stati d’animo, un’involuzione della vita sociale e del rendimento lavorativo (aggiungete a questo scenario la stanchezza conseguente a un anno di lavoro intenso), la percezione di irrealtà o di staccarsi da se stessi, i pensieri catastrofici riguardanti il timore di perdere il controllo (“svenire”) o morire (a causa di un infarto, ad esempio).
Tra gli altri sintomi, l’inappetenza (e lo scarso appetito in Sicilia è un sintomo pressoché impossibile).
Tuttavia non c’è ragione di preoccuparsi eccessivamente né di fare confronti con altre persone, che potrebbero apparire superficialmente più efficienti e più capaci di noi.
Insomma, il “riscaldamento climatico” genera ovunque tra di noi un grandioso “Inside Out” (più out che inside, a dire il vero).
Infine, voglio farvi dono di alcuni consigli non richiesti ma preziosi. Alle prime avvisaglie di spossatezza, sfiancamento e boccheggiamento angoscioso, fermatevi, prendetevi del tempo per voi, concentratevi su un’immagine fresca, gradevole, pulita, candida profumata: la scheda della doccia a pagamento in spiaggia (e il sogno che le schede non siano terminate momentaneamente in quasi tutti i rivenditori). E respirate lentamente con il diaframma e rilassate le tensioni, con tanta pazienza, abbassando il livello di adrenalina. Evitate litigi e discussioni su Facebook. Rifuggite dalle chat incandescenti di WhatsApp. Eludete le situazioni conflittuali: potreste sclerare per un emoticon di troppo. Evitate, quando possibile, di esporvi ad ulteriori agenti stressanti, come piantare un ombrellone sul bagnasciuga in un mezzogiorno torrido e ventoso. Non dovete pretendere dal vostro fisico più di quello che il vostro fisico può permettersi: il burraco serale in veranda con amici e familiari e il latte di mandorla e la tisana al tè verde di Pachino. Pianificate la giornata tenendo presente la realtà: uscite solo dopo le 20.50 di sera, giusto per trovare il supermercato ancora aperto.
E, soprattutto, se posso dirvi, non rinunciate mai all’ombra refrigerante e balsamica dell’ironia. Mai.
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