PROPONIAMO UNA FOTO CHE SECONDO NOI E’ EMBLEMATICA DI COME GESTIAMO IL NOSTRO PATROMONIO

Le foto, more solito, non sono di eccelsa qualità. Ma certamente danno l’idea di ciò che vogliamo dire, senza pretese di scientificità e senza alcun intento polemico, né tantomeno offensivo.

Le foto mostrano, da lontano e poi da più vicino, l’immagine che si offre a chiunque giunga ad Ibla provenendo da Modica (quindi migliaia di persone al giorno, chissà quanti di questi turisti armati di Nikon e Canon).

Si vede benissimo, partendo da destra, la collina dell’antica città sicula con la mole, grigio-giallastra dell’antico convento dei frati Cappuccini. Spostandosi con lo sguardo verso sinistra, spicca, non può non spiccare, una casa, a due piani, di colore giallo. Sono d’accordo con chi afferma: la casa è mia e la dipingo come mi pare. Sono d’accordo, ma fino ad un certo punto. Nessuno potrà negare, nemmeno il proprietario di quella casa, che quell’allegro giallo “stona” sia con il convento sia col resto delle case del quartiere. Per sopramercato, avvicinandosi alla casa in questione, ci si accorgerà di una altra abitazione, ad essa attaccata, che spicca anch’essa per un bel rosso vermiglio. Case di quel tipo, o meglio di quel colore, che andrebbero benissimo altrove (anzi, nella grigia città superiore ben vengano i tocchi di colore, anche ardito), ma noi pensiamo che non vadano affatto bene accanto al seicentesco romitorio. Un minimo di gestione del patrimonio immobiliare, regole anche semplici (anzi, meglio se semplici) sui colori da adottare, alcuni punti chiave da rispettare a livello privato come pubblico, non possono non esserci e non tenuti in conto in ambiti delicatissimi come è – almeno nel caso in parola – l’antica Ragusa Ibla.

Purtroppo non abbiamo una autorità politica alla quale rivolgerci, in attesa delle prossime elezioni amministrative, né è il caso di disturbare il Commissario (che si deve occupare solo dell’ordinaria amministrazione) e meno che mai la Soprintendenza di Ragusa, attualmente rivolta alla serena meditazione trascendentale e distante da questi piccoli e fastidiosi problemini di noi piccoli mortali. Peccato che questi piccoli problemi sono anche fondamentali per il futuro dell’intera collettività, almeno di quella iblea.

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