PROFUMO DI DEMOCRAZIA CRISTIANA

Convegno del Movimento politico nazionale ‘Rigenerare la Democrazia’, presso la Sala Cultura ‘Meno Assenza’ di Pozzallo, sul tema ‘Dalle autonomie locali all’Europa’.

Il Movimento culturale e politico tende ad attuare un programma di libertà e giustizia sociale, ispirato dal principio di centralità e dignità della persona, con l’obiettivo di promuovere un ambiente favorevole per la partecipazione attiva della popolazione alla Politica, dando impulso alla genesi di una struttura organizzata, democratica e partecipata ex art. 49 della Costituzione; senza leaderismi, che guardi all’Europa dei Popoli ed al Partito Popolare Europeo (PPE) come concepiti ab origine da Adenauer, Schumann e De Gasperi.

Un Movimento che, senza malcelati intendimenti, ma con la piena consapevolezza delle proprie potenzialità, si vuole porre, in un momento particolare per la storia del paese, come elemento centrale di riferimento per una vasta area di moderati che, senza infingimenti, vuole ispirarsi ai principi e ai valori che furono di Sturzo, di La Pira e di De Gasperi.

A rinfocolare la fiamma democristiana, fortunatamente mai spenta e che viene sempre di più rivalutata, ci ha pensato, subito all’inizio, con il saluto il Sindaco di Pozzallo, Luigi Ammatuna che ha ringraziato per la scelta della sede dell’incontro : “Mi sento a casa, sono a Pozzallo, ma sono anche nella casa dei moderati, io orgoglioso di essere stato democristiano”.

E’ stata Rosanna Bocchieri, animatrice dell’incontro, unanimemente riconosciuta come anima di RD, a introdurre i lavori dopo aver presentato la platea di eccellenza che ha costituito il fiore all’occhiello del convegno. Accanto all’on.le Franco Antoci, nelle vesti di padrone di casa e come esponente di spicco del Movimento, Andrea Tomasi, segretario Nazionale del Movimento, moderatore della serata.

Illustri relatori  l’On. Angelo Sanza e il dott. Carmelo Carrara, qualificate presenze e appassionati interventi di numerosi esponenti del movimento, arrivati per l’occasione da diverse parti d’Italia, Massimo Moretti e Massimo Maggi dal Lazio, Silvana Zara da Palermo, Leonardo Ranieri Triulzi da Perugia, Gabriella Scalas da Siracusa. Impossibilitato a partecipare, per impegni istituzionali a Bruxelles, l’on.le Giuseppe Gargani che ha fatto pervenire il saluto e l’augurio per un proficuo svolgimento dei lavori, anticipando la sua disponibilità per contribuire, in altre occasioni, a momenti di incontro e di confronto del Movimento.

Ha portato il saluto e la vicinanza di un folto gruppo di simpatizzanti etnei Salvatore Neri, presente in compagnia del dott. Salvatore Corsaro, ex ispettore di Polizia, referente dell’associazione Italia Giovane e Solidale. Presenti al Convegno gli onorevoli Pippo Gianni e Carmelo Incardona, Laura Vitale dell’Osservatorio Interpartitico.

Andrea Tomasi ha introdotto il tema dell’incontro, con toni pessimistici che hanno ripreso la sfiducia di Ernesto Galli della Loggia che vede serpeggiare la sensazione di una Italia che non ha speranze, di una forte crisi di identità per un paese che non riesce a trovare formule politiche percorribili, che non riesce a legare il passato al presente e il presente al futuro.

Per il segretario nazionale del Movimento, l’Italia può tornare alle posizioni di competenza se sapremo confrontarci sulle visioni strategiche, se riusciremo a concretizzare tre parole, PENSARE, FARE SISTEMA, COMPETERE con innovazione e semplificazione. Si tratta di un problema di cultura di fronte al quale i partiti si sono rivelati impreparati. Rigenerare significherà ritrovare una politica migliore.

Giovanni Franco Antoci non ha potuto esimersi dal rivolgere il suo pensiero alla figura di Giorgio La Pira, uomo di elevata statura, uomo della grandezza e della moderazione, testimone del nostro tempo a cui fare riferimento per le parole e il modo di fare.

Per l’on.le Antoci uno sguardo alla vita quotidiana ci porta alla realtà di quanto accade nel paese, inevitabile andare al pensiero di Don Sturzo che vedeva nello statalismo, nella partitocrazia e nello sperpero di denaro pubblico le piaghe da combattere. Un progetto di popolarismo deve partire dalla base per rigenerare la democrazia. La crisi di valori e di identità sociale è aggravata dalla precarietà del lavoro che porta al dissesto morale e psicologico.

Carmelo Carrara ha puntato l’indice contro la grave carenza di libertà che si avverte oggi in Italia, dove la democrazia è sospesa, i diritti dell’uomo non sono rispettati, è limitato addirittura il diritto biblico del migrare, manca la civiltà se l’esecutivo prevarica il parlamento, c’è uno stridente contrasto fra politica e giustizia.

Il popolarismo sturziano deve costituire riferimento per un centro che deve riprendere i tratti della vecchia DC, che deve trovare le ragioni per mettere insieme e trattenere anime diverse, come accadeva un tempo, che deve dare voce al popolo che non conta niente.

Per Angelo Sanza, altro illustre democristiano dei tempi d’oro, encomiabile lo sforzo di Andrea Tomasi di ridare dignità alla politica attraverso la sua essenza, la democrazia.

Della enclave di eccellenza di cui faceva parte La Pira, che Sanza ebbe modo di conoscere e apprezzare direttamente, non restano che le ceneri di una DC sotto cui arde, ancora, la fiammella della buona politica.

Sanza ha esaltato i valori della carta costituzionale che deve essere riferimento certo di regole condivise per organizzare il popolo. Il confronto democratico può avvenire solo su regole che vanno riconosciute, rispettate e applicate.

Questo assunto assume maggiore importanza nel momento in cui si trova l’Italia, ad un passo dal baratro, in una crisi istituzionale aggravata da quella economica.

La nostra è una democrazia parlamentare e su questa base vanno organizzati i partiti, non occorrono i leader, che andrebbero bene nel caso di democrazia presidenziale. Altrimenti va cambiata la Costituzione, perché tutto il sistema si regge sulla carta costituzionale.

Nella prima repubblica, tanto bistrattata, il partito aveva supremazia sulle cariche elettive.

In Italia le uniche cose che si salvano sono le autonomie locali, unico riferimento costituzionale per il popolo. O si cambia la legge elettorale o si cambia la Costituzione, se occorre rigeneriamo provando a richiamare i riservisti, facciamo appello ai vecchi parlamentari che possono indicare la strada per uscire dalle sabbie mobili di una politica incapace di volare alto.

Massimo Moretti, amministratore nel Lazio, ha sottolineato i tratti distintivi del movimento che risponde alle esigenze di un’area maggioritaria, nel paese, che chiede spazio per la buona politica, uno spazio dove la politica sia naturalmente subordinata alla cultura e trovi fondamento nella memoria.

Massimo Maggi ha voluto condividere con la platea alcune riflessioni partendo dalla constatazioni sul grave periodo di crisi, sull’esigenza di una attiva partecipazione utile per contribuire ad un immancabile risveglio che deve necessariamente portare a risollevarsi. Ha esaltato l’opportunità di un nuovo contenitore politico che deve mettere assieme, in maniera ordinata, il nuovo ma che deve considerare vitale il confronto con chi ha esperienza del popolarismo vissuto. Considera il momento quello giusto per puntare all’egemonia di un popolo di moderati che è maggioritario.

Silvana Zara è intervenuta per sollecitare a guardare solo il presente per il futuro, ritenendo poco utile e costruttivo andare ad analizzare e soffermarsi su quanto accaduto negli ultimi venti anni.

Salvatore Neri ha voluto portare il saluto di diverse componenti della vita sociale del catanese, interessati tutti ad un progetto politico nuovo che può contribuire a salvare la democrazia, il saluto di amici liberi e di giovani che costituiscono il presente di una società in cerca di emancipazione culturale attraverso gli obiettivi della legalità, della trasparenza e della onestà, per una politica del fare che voli alto per ridare dignità alla gente.

Ultimo intervento, prima delle conclusioni, quello di Leonardo Ranieri Triulzi da Perugia, emblema di quanti hanno voluto sfidare le distanze pur di non mancare all’importante appuntamento, che ha desiderato puntare l’attenzione sulla opportunità di partire dal basso, cambiando le cose localmente, con l’agire città per città, per singole realtà locali, facendo capire che cambiare è possibile.

La sintesi di un documento conclusivo, è stata affidata al moderatore e segretario nazionale del Movimento, Andrea Tomasi, che ha voluto mettere al centro i tre personaggi più volte citati nel corso degli interventi, La Pira, Sturzo e De Gasperi.

Esempi di elevata sintesi morale e politica, esempi a cui rifarsi, testimoni di un modo diverso di intendere la realtà, modelli  a cui ispirarsi non per guardare al passato quanto, piuttosto, per cogliere la maniera con cui hanno saputo ridare speranza.

Portatori di un sentire comune, hanno dimostrato che c’era un’unità di fondo nell’Italia, come c’è tuttora, sia pure in forma alquanto sfumata.

Avevano una visione politica inclusiva, finalizzata a portare quante più persone alla vita democratica, all’insegna di una rettitudine morale incredibile.

Sono stati i testimoni di un europeismo vissuto, di un concetto di Europa dove popolarismo e popolarità erano concetti diversi.

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