PRODUZIONE AGRICOLA AL COLLASSO. MARIANO FERRO PUNTA IL DITO CONTRO I SINDACATI

 

A quattro anni dalle manifestazioni che hanno bloccato la Sicilia, Mariano Ferro torna a parlare. Davanti ad una politica volta a nascondere la polvere sotto i tappeti, il leader del movimento de I Forconi vuole gridare a gran voce. “Oggi è il sedici Gennaio ed è l’anniversario delle manifestazioni che bloccarono la Sicilia quattro anni fa, sono passati quattro anni e la politica non intende attuare nemmeno le norme di salvaguardia che essa stessa ha sottoscritto nell’accordo euro-mediterraneo. Nei porti, visti gli enormi quantitativi,  non si possono più fare controlli seri a tutela della salute degli italiani,  i sindacati giocano con la nostra pelle, a noi non rimane che ricominciare a muoverci per tutelare le nostre famiglie”.

“I Vescovi ci diano una mano, non possiamo non fermare alle frontiere o ai porti,  tutti quei prodotti dell’agroalimentare che ormai le grandi aziende e non solo le multinazionali, comprano all’estero e portano in Italia trasformandoli ovviamente in Made in Italy. Sui mercati non contiamo più nulla. Questa volta è codice rosso come non mai per i prezzi alla produzione agricola per l’ennesima volta grazie ad una CONCORRENZA SLEALE LEGITTIMATA DA NORME ASSURDE. Le conseguenze drammatiche le conosciamo già: contenziosi con le banche, pignoramenti, povertà di interi territori”.

 

“Ci arricchiremo solo di tanti altri nuovi poveri. Non è più il caso di interpellare la politica, non serve, ormai è palese che non ha nessun interesse ad alzare polveroni, anzi l’esatto contrario, i sindacati e le associazioni di categoria hanno da tempo ormai solo un ruolo di facciata. L’Europa, dopo aver deciso che noi dobbiamo smettere di produrre e diventare consumatori, non indica una strada alternativa alle centinaia di migliaia di piccole imprese, noi non sappiamo più a chi rivolgere i nostri appelli all’applicazione del buon senso”.

 

“Se i Vescovi ci daranno una mano nella denuncia di tale sfacelo, noi siamo pronti a sostituirci allo Stato per applicare le sue stesse leggi, non abbiamo voglia di affollare le Caritas, non vorremmo ritornare ai fatti di quattro anni fa, vorremmo solo prevenire il rischio povertà per decine di migliaia di famiglie. Chiediamo troppo ?”

 

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