Processo Exit Poll: dopo assoluzione per tutti i commenti della politica pronta a dar battaglia

Gli echi nella città di Vittoria dopo l’assoluzione dell’ex sindaco Giuseppe Nicosia, del fratello Fabio e di altri imputati del processo Exit Poll, che aveva preso le mosse dall’inchiesta avviata nel 2016 dalla Guardia di Finanza e che ha portato, nel 2018, allo scioglimento degli organi elettivi di Vittoria, del sindaco, della giunta e del consiglio comunale.

Il processo, nel corso di numerose udienze, ha smontato le accuse, anche con la produzione di altre intercettazioni che hanno rilevato altri elementi mai portati in aula. L’assoluzione era stata chiesta dal pubblico ministero. La sentenza del collegio di Ragusa, presieduto da Andrea Reale, ha assolto tutti.

Numerosi i commenti di questi giorni. Oltre a quella del senatore Salvatore Sallemi, di cui abbiamo già riferito, si registra la presa di posizione del deputato regionale di Fratelli d’Italia, Giorgio Assenza. 

Giorgio Assenza (FdI): «Occorre cambiare la normativa»

Assenza ha espresso «vicinanza all’amico Peppe Nicosia che, dopo l’assoluzione di ieri “perché il fatto non sussiste”, esce da un lungo calvario che non doveva nemmeno iniziare. La vicenda dell’ex Sindaco di Vittoria e degli altri imputati assolti è l’ennesima prova dell’assurdità della normativa riguardante lo scioglimento dei Consigli comunali. Dopo Scicli, anche a Vittoria si confermano forti dubbi sull’opportunità del provvedimento di rimozione della civica amministrazione». 

Assenza ha ribadito che «occorre mettere urgentemente mano alla legislazione in materia di scioglimento degli Enti locali, così come a quella relativa alle misure interdittive, che presentano tante criticità». Il deputato comisano ha poi espresso solidarietà anche a Gianfranco Miccichè per la vicenda che lo riguarda, pur non essendo indagato.

Sara Siggia (IV): «Qualcuno dovrà chiedere scusa agli imputati e alla città di Vittoria»

Prende posizione anche Italia Viva. La consigliera comunale di Italia Viva di Vittoria, Sara Siggia afferma: «L’assoluzione con formula piena ridà dignità a tutta la città che in questi 7 anni di processo non è stata assolutamente difesa dall’amministrazione comunale e da un sindaco, quello attuale, che ha goduto e lucrato degli effetti, con la sua elezione che altrimenti non sarebbe mai avvenuta. Nella vicenda è chiaro che, per quanto riguarda la genesi di questa indagine del processo, ci sia stata un’aria torbida generata forse da esponenti politici che hanno praticamente confuso la Procura, creando un’atmosfera specifica a Vittoria, facendola apparire come una città di mafia, mafia legata alla politica e all’amministrazione. Oggi tutto questo è stato chiarito. Qualcuno dovrà sicuramente chiedere scusa, non solo ai due principali accusati, ma all’intera città di Vittoria».

Valentina Tagliarini (IV): «Quanto accaduto è monito per il futuro»

Anche Valentina Tagliarini a nome dell’intero gruppo di Italia Viva Vittoria, aggiunge: «La sentenza assolve tutti indistintamente perché il fatto non sussiste e adesso sarebbe necessario che qualcuno si scusasse per tutto quello che ha provocato, per aver sbattuto, sulle prime pagine della cronaca nera della nostra città e della provincia intera, bravi e appassionati amministratori che, negli anni, sono stati diffamati a vario titolo e additati come mafiosi e vicini ad ambienti malavitosi. Da adesso in poi finalmente la città può tornare a sperare in un cammino diverso, migliore, con la consapevolezza che tutto quello che è successo rimarrà solo un brutto ricordo ma che può servire anche da monito per il futuro». Il coordinatore cittadino Marco Dezio, aggiunge parla degli ex amministratori vittoriesi assolti: «Persone perbene che hanno dato lustro alla città di Vittoria, l’hanno portata sui gradini più alti della provincia di Ragusa e, forse, a qualcuno ha dato fastidio».

Marianna Buscema (IV): Ridare voce a persone che hanno portato benessere alla città»

La coordinatrice provinciale di Italia Viva, Marianna Buscema, aggiunge: «Non avevamo dubbi sull’integrità politica e morale dei fratelli Nicosia che hanno portato lustro alla vita politica della città ipparina. Il nostro augurio è che questo tempo, che purtroppo nessuno può ritornare indietro, possa però essere già stato messo a frutto, investito, come impegno futuro per ridare voce e presenza a persone che hanno portato solo benessere alla città e che sono riusciti a fare politica in maniera seria e finalizzata alla crescita del territorio». 

Salvo Liuzzo (IV): «Lo scioglimento: un golpe ordito per annientare una classe dirigente»

E il coordinatore provinciale Salvo Liuzzo, conclude: «L’assoluzione dei fratelli Nicosia non può essere derubricata ad un caso di malagiustizia. Un accanimento giudiziario non casuale e preoccupante, soprattutto per chi fa politica ed ha ruoli istituzionali. La formula “il fatto non sussiste”, la richiesta di assoluzione voluta dal pm, quindi dell’accusa, sembrerebbero dimostrare che ci sia stata una premeditazione nel distruggere una classe dirigente. Per non parlare dei tempi: ci sono voluti sei lunghi anni durante i quali intere famiglie hanno subito l’onta del giudizio sommario. Un danno enorme, ahimè, non più recuperabile, almeno sul piano umano. Tutto ciò dimostra quanto sia urgente una riforma della giustizia e una definizione netta dei poteri dello Stato». Secondo Liuzzo, occorre fare chiarezza sulle ragioni di questo accanimento e sulle vere motivazioni dello scioglimento del Comune di Vittoria, che, a questo punto, si potrebbe definire come un vero e proprio golpe ordito al fine di annientare una classe dirigente».

Il sindaco Francesco Aiello: «Le ragioni dello scioglimento restano in piedi»

Il sindaco Francesco Aiello, da sempre fiero oppositore dell’ex sindaco Nicosia, è una voce fuori dal coro. Aiello non commenta la sentenza, ma ribadisce che lo scioglimento è un fatto inoppugnabile e ornai consegnato alla storia. Ecco le sue parole sui social: «Tutti assolti nel processo. Pendo atto della sentenza, perché le sentenze, mi hanno insegnato, si rispettano”. Aiello ribadisce però che «le ragioni che portarono allo scioglimento del Comune a seguito dell’indagine della Procura di Ragusa, “stanno in piedi”. «Bisogna stare nel processo senza allargarne i confini, oltre i quali non si può – afferma – Diventa insano e persino pericoloso. Questi ora si vogliono santificare, mettersi le ali degli angeli, poveretti, e magari mettere la magistratura inquirente in quarantena, per rovesciare il racconto.  Operazione difficile mi sembra, anche se il senatore Sallemi sembra volere portare in commissione Antimafia la stessa magistratura inquirente. Altra cosa è lo scioglimento. Che è irreversibile. Cosa fatta, ma i danni sono irreparabili».

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