Primo volo transatlantico con biocarburante. Produrre carburante dalla cacca: ecco la nuova frontiera della ricerca, raccontata dalla BBC

Produrre carburante ‘bio’? E’possibile, e di recente Richard Branson ha effettuato un volo da Londra a New York con biocarburante ricavato da oli usati e prodotti di scarto del mais.  Le alternative per ridurre emissioni nocive si stanno percorrendo anche perché, in tema di cambiamento climatico,  l’aviazione produce circa il 2% delle emissioni globali di carbonio. E eliminare il carbonio costituisce la sfida delle sfide. Si lavora anche a aerei alimentati a idrogeno, con voli ‘promessi’ entro il 2026.

Ma si è aperta una nuova frontiera: produrre carburante dalla…cacca.

L’argomento è stato approfondito da Dave Harvey, corrispondente per Affari e Ambiente della BBC West.

Harvey ha intervistato James Hygate, amministratore delegato di Firefly Green Fuels, i chimici di un laboratorio del Gloucestershire, e chimico dell’Imperial College di Londra, il dottor Sergio Lima e il risultato è che i test effettuati dalla “autorità di regolamentazione dell’aviazione internazionale hanno rilevato che – il carburante prodotto dalla cacca – è quasi identico al carburante fossile standard” e contiene il 90 per cento in meno di carbonio rispetto al carburante per l’aviazione normalmente utilizzato, cioè, secondo le dichiarazioni di Hygate riportate dalla BBC, questo tipo di biocarburante, chimicamente simile al cherosene a base fossile, “non contiene carbonio fossile, è un combustibile privo di fossili”.

E risulterebbe conveniente anche il rapporto con i costi di produzione e l’utilizzo di energia per la produzione stessa. Torniamo alla Green Fuels.  Un visionario, mister Hygate che con la sua azienda, negli anni 2000 ha iniziato a produrre biodiesel da olio di colza, per alimentare autovetture e camion, a vendere attrezzature in tutto il mondo per “per trasformare l’olio da cucina in biodiesel”, e non si ferma; “ora ha iniziato a cercare modi per produrre carburante verde per aerei. Hanno provato oli usati, rifiuti alimentari e persino scarti agricoli” fino ad arrivare ai liquami.

E calcoli alla mano, Hygate sostiene che ogni essere umano, produce in un anno abbastanza liquami da produrre 4-5 litri di biocarburante per aerei; per un volo Londra-New York sarebbero necessari gli scarichi fognari annuali di 10.000 persone. E in conclusione, “la fornitura totale di acque reflue del Regno Unito soddisferebbe circa il 5% della domanda totale di carburante per l’aviazione del paese”.

La ricerca

E’ iniziata la collaborazione con Sergio Lima, chimico dell’Imperial College di Londra ed è nato il cosiddetto “bio-grezzo”. Il giornalista Dave Harvey, riporta testualmente. “Sembra petrolio: denso, nero, viscoso. Ancora più importante, chimicamente si comporta come il petrolio greggio. Il dottor Lima, che è anche direttore della ricerca presso Firefly Green Fuels, ha dichiarato: “Ciò che stiamo producendo qui è un carburante a impatto zero”- “È così entusiasmante perché è stato prodotto da una materia prima sostenibile, alla quale tutti noi stiamo contribuendo”.

La ricerca è così innovativa e importante che il  “bio-cherosene prodotto viene ora testato in modo indipendente presso il DLR Institute of Combustion Technology presso il Centro aerospaziale tedesco, in collaborazione con la Washington State University” e c’è il coinvolgimento anche del centro SAF (Sustainable Aviation Fuels) del Regno Unito, con sede presso l’Università di Sheffield e il dipartimento dei trasporti del Regno Unito ha assegnato al team un finanziamento di ricerca di 2 milioni di sterline.

Insomma, si possono ridurre i rifiuti, eliminare la plastica, produrre materiale biodegradabile ma non si può evitare di andare in bagno e quindi i liquami diventano una fonte inesauribile di “materia prima”. 

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