Prezzo basso del latte e ventilato semaforo rosso Ue sul Ragusano Dop: giorni difficili per gli allevatori iblei

Un problema nell’immediato e un altro all’orizzonte. Sono giorni difficili per gli allevatori iblei, alle prese con i rincari dei costi energetici e delle materie prime, talmente pesanti da rendere l’attuale produzione in perdita. Ma non solo. Nell’Unione Europea si affilano le armi sottili della diplomazia sul Nutri-Score, il proposto sistema di etichettatura a diversa colorazione che molto probabilmente bollerà con il rosso i prodotti con alto contenuto di energia, zuccheri, acidi grassi saturi e sodio.

Fra due giorni scadranno i contratti fra industrie casearie e produttori di latte. Quest’ultimi hanno proposto un aumento del prezzo, conseguente l’aumento di energia elettrica, carburanti, mangimi e quant’altro serve per produrre il latte lungo la filiera. Ora si attende la risposta delle industrie di trasformazione.  

Lunedì in Prefettura a Ragusa si è svolto un incontro fra i rappresentanti degli allevatori e il vice prefetto Cettina Pennisi, delegata a seguire la vicenda. Giorni prima gli allevatori hanno manifestato pubblicamente in più di un’occasione.

“La dott.ssa Pennisi ha garantito che la Prefettura farà tutto ciò che è nelle sue facoltà per agevolare l’accoglimento di tutte le richieste rappresentate – fa sapere una nota di Confagricoltura -, considerata la rilevanza della vertenza che riguarda un fiore all’occhiello strategico dell’economia ragusana”. La vicenda si sposta anche sul tavolo nazionale, perché il nodo dell’aumento del prezzo del latte conferito alle industrie è comune ai poli di produzione del latte, da Nord a Sud, essendo i costi di produzione cresciuti per tutti.

Se a Ragusa ci si dispera, a Bruxelles si rischia di piangere sul latte versato. L’iter per l’approvazione del Nutri-Score va avanti. Si tratta di una proposta francese di apporre un’etichetta a scala di colori: dal verde più intenso per i prodotti ad alto contenuto di frutta e verdura, fibre e proteine; giù, dal giallo all’arancione fino al rosso per tutto il resto. Rossi sarebbero anche i formaggi Dop (avallati dalla stessa Ue…), dei quali l’Italia è il Paese detentore grazie a una tradizione secolare. Sono 55 i prodotti caseari a denominazione di origine protetta, fra cui il Ragusano Dop. La decisione sarà presa a giugno. 

Nei giorni scorsi Afidop, l’associazione dei consorzi dei formaggi Dop ha lanciato un ulteriore grido di allarme. Si prospettano freni alle vendite e tagli ai fondi per la promozione dei Dop. Secondo l’Europa fa male tutto: formaggi, olio extravergine di oliva, vino. Non si tiene conto che gli ingredienti vanno misurati nel contesto dell’intera pietanza e della dieta. A proposito: il formaggio, nelle giuste quantità, è inserito nella dieta mediterranea.

Dalla chiusura di una porta, però, potrebbe aprirsi un portone. Secondo Saro Petriglieri, ricercatore e responsabile del caseificio sperimentale del Corfilac, ente di certificazione dello stesso Ragusano, e anche del Piacentino e del Pecorino siciliano, è il momento di abbassare la quantità di sale delle classiche forme a “scalone”. “Il disciplinare della Dop mette il 6% quale soglia massima di sodio  – dice a ragusaoggi.it – Per andare incontro alle esigenze di mercato, oggi il Ragusano Dop in commercio ha una quantità di sale sotto il 5%. Scendendo intorno al 3%, il nostro formaggio potrebbe evitare la scure del Nutri-Score, anche perché i fattori nutraceutici dipendenti dall’alimentazione delle mucche è a proprio vantaggio. Personalmente, spero che la minaccia del Nutri-Score faccia riflettere i produttori del Ragusano Dop a rivedere il processo di stagionatura, adeguandola ai contenuti di sale che l’Europa ci chiede, senza ovviamente snaturare il prodotto”. 

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