PREGHIERA PER E CON I GIOVANI

Ultimo venerdì del mese a Crisci ranni si prega per la città! Proprio da “di dentro” della gioia e fatica educativa, nelle periferie dell’esistenza – come ama dire papa Francesco –, si vuole rinnovare la memoria e la certezza della presenza di Gesù che discretamente continua ad essere accanto a tutti. La vigilia della festa di don Bosco viene spontaneo pregare in modo particolare per i giovani e per chi ha cure educative. Perché i giovani in questo momento hanno bisogno di riferimenti autentici. Perché, come diceva il santo dei giovani, l’educazione è cosa del cuore e solo Dio ne conosce l’arte. Da qui l’invito ad esserci, giovani ed educatori, per ritrovare insieme la bellezza di mirare in alto nella vita. Corrispondendo a quanto i giovani stessi cercano così condensato in un loro testo, dal significativo titolo “Svegliamoci”: «Dobbiamo guardare con i nostri occhi! Dobbiamo osare guardarci in faccia e dirci come stanno le cose. Non accontentiamoci del sapere superficiale, delle verifica ufficiali. Abbiamo bisogno di andare a fondo. Abbiamo bisogno di contenuti che ci aiutino a riflettere. Abbiamo bisogno di adulti che mettano il cuore in quello che fanno, che sappiano toccare i nostri cuori. Natalia Ginziburg ha detto che “solo chi ha una vocazione può provocare vocazioni”. Noi qui stiamo pretendendo un’educazione, sennò finiremo per educarci da soli, con il rischio di seguire modelli sbagliati. E non basta! A parole non si educa. Ci servono testimoni di vita, esempi, persone che vivono il loro impegno con coerenza, responsabilità. Ma serve anche un rinnovamento profondo delle nostre coscienze». Da qui l’invito che la Caritas rivolge loro: «Dà gioia e forza nella vita aiutare l’altro! L’impegno nel volontariato gratuito e fedele che va crescendo come un seme buono nella nostra città testimonia che i giovani possono e vogliono cambiare il mondo. E si fa un passo di maturità, giovani e adulti insieme, quando ci si chiede  come affrontare il futuro senza rassegnarsi e come stare accanto ai drammi più grandi della vita  anche quando non si può rispondere con “testi scritti”, ma solo con il pianto e la passione dell’amore che non si arrende. Da sempre il pregare diventa l’argine che condensa le forze e le riattinge da “quel varco che chiamiamo Dio” – come amava dire guardando oltre l’orrore del nazismo – Etty Hillesum, chiedendo che “le prove della vita e della storia non ci induriscano ma ci temprino”. Per questo l’ultimo venerdì del mese a Crisci ranni si prega per la città. Presiede la messa un giovane prete (don Manlio Savarino,  assieme al diacono don Paolo Catinello assistente della Caritas)  che con sobrietà consegna un pensiero di speranza. E poi ci si ferma una mezz’oretta per l’adorazione eucaristica  accompagnata da testi belli che nutrono e dalla preghiera semplice  che nasce dalla vita, dai nostri interrogativi, dalle nostre speranze. Il prossimo incontro sarà venerdì 30 gennaio dalle 18 alle 19,30  al cantiere educativo Crisci ranni».

 

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