Pozzallo vuole allargare i suoi confini. Ecco perché

Intervista doppia al sindaco Ammatuna e allo storico Sigona, sull’ampliamento del territorio di Pozzallo. A cura di Giovanna Cannizzaro. Il 12 giugno 1829, è per Pozzallo una data memorabile Si, perché con decreto di Francesco I di Borbone, re delle due Sicilie, Pozzallo, da borgata dipendente da Modica , finalmente fu elevata a Comune autonomo, con la concessione di un esiguo lembo di territorio, ovvero 1496 ettari . Ma il nucleo di poche centinaia di abitanti, in seguito all’incremento delle attività portuali e al traffico commerciale marittimo, arrivò in breve tempo a moltiplicarsi. Da qui l’esigenza sacrosanta dei pozzallesi di ampliare il territorio comunale, una esigenza che è stata da anni al centro dell’impegno politico delle amministrazioni che si sono avvicendate alla guida della città, ma sempre con un nulla di fatto, per il mancato recepimento di tale richiesta da parte della Regione Sicilia. Nel 2002, il sindaco della città marinara, Roberto Ammatuna, aveva avanzato richiesta alla Regione con la trasmissione di un progetto, ma tutto andò in fumo.
Oggi , il sindaco Ammatuna, è tornato sull’argomento e si dichiara pronto a condurre nuovamente questa battaglia. Così per conoscere i contorni della vicenda, sia dal punto di vista politico che storico, ho voluto realizzare una intervista doppia al sindaco Ammatuna e al prof. Sigona, storico di Pozzallo.
D. : L’ ampliamento della superficie del territorio comunale, è una legittima esigenza dei pozzallesi, concretizzabile dopo l’approvazione della legge regionale n.30 del 23 dicembre 2000.Mi pare che lei nel 2002 abbia trasmesso un progetto allAssessorato Regionale agli Enti Locali. Ma mi dica, quali sono , in realtà , le ragioni alla base della richiesta di allargamento della nostra circoscrizione territoriale?
Sindaco: Guardi, Pozzallo è il comune della provincia di Ragusa, ad avere il territorio più piccolo, che si identifica con il perimetro urbano, dunque l’ampliamento del territorio è improrogabile, una necessità che deve essere risolta in breve tempo, soprattutto per motivi di sicurezza. I miei cittadini devono essere a conoscenza di ciò che accade a qualche chilometro di distanza dalle proprie abitazioni. Per tornare alla sua domanda, lei ha detto bene, si, la proposta che ho portato avanti, consisteva nell’avere un ampliamento del territorio circolare, che va dalla spiaggia Maganugo, fino alla zona industriale, da ovest a nord, dove in realtà si registrano le maggiori criticità.
Storico: Condivido pienamente quanto affermato dal nostro sindaco, in effetti , entra in gioco il fattore sicurezza, perché la zona industriale sorge proprio a ridosso del nostro perimetro urbano, con tutti gli inconvenienti del caso in materia di inquinamento da sostanze tossiche. L’accorpamento, poi, della zona di Maganugo darebbe respiro all’area retroportuale e nel contempo farebbe venir meno le giuste proteste dei residenti che si sentono abbandonati da Modica, oggettivamente troppo distante per poter venire incontro ai loro bisogni.
Domanda: Di quanti chilometri è previsto l’allargamento? E complessivamente la superficie a quanto verrebbe portata?
Sindaco: Come giustamente ha detto lei, la legge 30, ci permetteva di ampliare il nostro territorio , e per una fascia di sicurezza, l’allargamento previsto sarebbe di circa 35 Km, portandone la superficie complessivamente a 50 Km.
Domanda: A quanto pare dal 1829 ad oggi non è cambiato nulla, professore Sigona può fare , in sintesi una breve storia dell’annosa questione?
Storico: Si, già pochi anni dopo il conseguimento dell’autonomia della nostra città da Modica nel 1829, come lei ha ben detto, ci furono molte proteste per l’eccessiva esiguità del territorio comunale, ma senza esito alcuno, per gli ostinati dinieghi degli amministratori modicani ed ispicesi, che non intendevano cedere per ragioni di gretto campanilismo, nemmeno un lembo dei loro vasti territorii, in spregio alle giuste rivendicazioni dei pozzallesi.
Domanda: Dottor Ammatuna, lei ha più volte avvertito la necessità di una accorta regia politica tra i due comuni, al fine di arrivare ad una serena conclusione della vicenda, vero ?
Sindaco: Verissimo. È una battaglia che intendo condurre in serenità e in piena civiltà, senza prese di posizioni municipalistiche. Sono pienamente disponibile al dialogo e al confronto. Purtroppo ciò non è stato possibile alcuni anni fa’, fu promulgato anche un referendum, ma conclusasi la mia legislatura tutto sfumò. Comunque io intendo riprendere questa battaglia, ma sempre e soltanto , torno a ripetere per la sicurezza del territorio.
Domanda: Nel secondo dopoguerra c’è stato qualche altro nostro sindaco che ha cercato di arrivare ad una conclusione positiva della vicenda ?
Storico : Soltanto Roberto Ammatuna ha fatto di tutto per arrivare a risultati concreti, sollecitando nel 2000 la Regione Siciliana al varo di una apposita normativa che prevedesse l’ indizione di un referendum consultivo fra i residenti delle contrade modicane, oggetto del contendere e di cui la nostra amministrazione chiedeva con insistenza l’inclusione del nostro territorio, ma l’atteggiamento di netta chiusura del sindaco Torchi e le eccessive lungaggini burocratiche bloccarono la procedura, consentendo una situazione di stallo che perdura fino ad oggi, anche per lo scarso interesse manifestato dai primi cittadini succeduti a Roberto Ammatuna , per cui qualcuno parlò di una soggezione istituzionale verso Torchi, che poté così cantar vittoria.
Domanda: un’ultima domanda , dottor Ammatuna,: una eventuale nostra sconfitta cosa comporterà ? Ovvero ci saranno delle ripercussioni negative a livello economico ed anche sociale?
Sindaco: Naturalmente. Adesso le spiego: a questi cittadini ( modicani ) è il comune di Pozzallo ad offrire molti servizi, mentre, in realtà, gli stessi sono solerti contribuenti.

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