È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
POSTE ITALIANE E RIFORMA MONTI-FORNERO
21 Dic 2011 06:32
In seguito alla riforma Monti-Fornero, esistono in circolazione alcune decine di migliaia di lavoratori, secondo la stima sindacale, che prevedendo una pensione a portata di mano hanno accettato “esodi” volontari da parte di aziende in ristrutturazione oppure si sono licenziati con buonuscite commisurate agli anni mancanti alla pensione. Adesso quest’ultima si è allontanata di 5 o 6 anni grazie al “superscalone Fornero”. I sindacati chiedono che per questi lavoratori valgano le vecchie regole ma non hanno ricevuto alcuna rassicurazione da parte dell’esecutivo che si è detto pronto a esaminare il dossier ma che non ha preso impegni.
Il caso più eclatante riguarda proprio le Poste Italiane: qui circa 5000 dipendenti (ma molti lavoratori parlano di 7000 unità) hanno concordato con l’Azienda un esodo incentivato e oggi sono a metà strada. Il sindacato ha chiesto un incontro urgente all’azienda che però non ha dato nessuna risposta.
Di seguito riportiamo la lettera inviata dalla SLC CGIL nazionale e riguardante 5000 lavoratori di Poste Italiane: dà il quadro di sofferenza che sta attraversando la categoria e tutte le “vittime” della manovra finanziaria.
“Per effetto delle decisioni adottate dal Governo in questi giorni, migliaia di lavoratrici e di lavoratori anche in Poste Italiane subiranno lo spostamento in avanti, fino a sei anni, dei tempi previsti per accedere alla pensione.
In particolare, sono circa 5.000 i casi di lavoratrici e lavoratori oggetto di esodo incentivato che non riusciranno ad andare in pensione nei tempi previsti.
Si tratta in generale di persone che, oltre a non percepire più lo stipendio, per colmare il vuoto contributivo che si genererebbe, dovrebbero contribuire volontariamente, versando cifre esorbitanti pur di mantenere la propria pensione così come precedentemente calcolata o, in alternativa, qualora non fossero in grado di versare le cifre necessarie, subirebbero una pesante decurtazione della stessa.
Alla luce di quanto esposto, nella speranza che si possa raggiungere un accordo che attutisca l’impatto che la manovra provocherà su questi lavoratori, siamo a richiedervi un urgente incontro con tutte le OO.SS. firmatarie del CCNL, per un’analisi compiuta del fenomeno e la ricerca di tutte le possibili soluzioni”.
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