Ponte sullo Stretto, il ministero dà l’ok, ma piovono accuse di forzature

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina compie un altro passo decisivo: il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera definitivo alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA), sbloccando di fatto uno degli ultimi nodi tecnici prima dell’inizio dei cantieri. Dopo mesi di attesa e richieste di integrazioni, la Commissione VIA-VAS ha espresso parere favorevole sul progetto esecutivo, permettendo ora il passaggio al Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile), che potrebbe riunirsi già entro poche settimane.

A esultare è il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: «È una notizia di straordinaria importanza. Un altro fondamentale passo in avanti per un’opera attesa da decenni. I cantieri partiranno entro l’estate».

Ma l’entusiasmo del governo è bilanciato da un’ondata di critiche e preoccupazioni. Il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, ha annunciato esposti alla Commissione Europea e alla magistratura, parlando senza mezzi termini di “forzatura inaccettabile”.

«La VIA è stata approvata eludendo le norme europee, in particolare la direttiva Habitat», ha dichiarato Bonelli. «Non sono state verificate alternative reali, come richiede la normativa UE, ma si è semplicemente preso atto della dichiarazione del Governo sull’assenza di alternative. Una violazione gravissima».

Secondo quanto riferito dalla società Stretto di Messina, la documentazione integrativa fornita negli ultimi mesi ha permesso di superare le riserve iniziali della commissione su tre siti ritenuti ad alto impatto ambientale. Ma le rassicurazioni non placano i timori delle associazioni ambientaliste, che denunciano il rischio di danni irreversibili a un ecosistema unico, protetto da normative internazionali.

Un’opera colossale tra sogno e incubo

Il Ponte sullo Stretto promette di collegare Sicilia e Calabria con una campata unica di oltre 3.600 metri, diventando il ponte sospeso più lungo al mondo. Ma oltre alla complessità tecnica, porta con sé un’eredità di promesse mancate, contenziosi e scontri ideologici che durano da più di cinquant’anni.

L’amministratore delegato della società Stretto di Messina, Pietro Ciucci, parla di «un passaggio cruciale che avvicina il progetto all’approvazione finale». Intanto, al ministero dell’Interno si lavora al piano antimafia per prevenire infiltrazioni criminali fin dalla fase degli espropri.

Il nodo politico e ambientale resta caldo

L’ok ambientale non rappresenta solo un semaforo verde alla costruzione del ponte: è un banco di prova per la credibilità ambientale del governo italiano di fronte all’Unione Europea. La partita ora si sposta su due fronti: il Cipess da un lato, e la battaglia legale annunciata dagli ambientalisti dall’altro.

Un’opera che divide il Paese

C’è chi vede nel ponte il simbolo della modernizzazione del Mezzogiorno e chi, invece, teme che diventi l’emblema di uno scempio ambientale e di una voragine di sprechi. Ma una cosa è certa: la partita sul Ponte sullo Stretto è appena cominciata. E sarà combattuta metro per metro.

© Riproduzione riservata

Invia le tue segnalazioni a info@ragusaoggi.it