POLITICA DEL “CURTIGGHIU” (“CORTILE”) O VERA POLITICA?

Uno dei punti focali di chi fa politica oggi è il trovarsi di fronte ad un grave , e peculiare dilemma: aderire alla politica, ad un partito, per piccoli favori personali, questo per i giovani, per le donne, per uomini, o “salire”, nel senso vero e proprio della parola, nel senso più condiviso, di come si faceva politica nel passato, per partecipare, dialogare, affrontare i contenuti, e problemi di una società, e risolverli per il bene comune. E qui sta il problema, in quanto, inevitabilmente, ci si trova a dover combattere con i piccoli mezzucci, giochi, e giochetti dei segretari provinciali, ad esempio, ma non solo,a dover accettare quella che si definisce “politica”, “manovre”, o, ancora peggio, si vorrebbe usare un piccolo potere, per aderire acriticamente alle scelte insulse per un territorio, non condivise, dover accettare acriticamente le scelte, i favori, per poter avere uno spazio.

Queste, generalmente, sono le problematiche, cui sono avvezze le donne, nei partiti. Le manovre, ci insegna anche Machiavelli, sono necessarie, ma non la politica dell’inciucio, che risolve piccoli problemi contingenti, vicini, ma non ha credibilità. La miopia è una brutta malattia!

Ma quando le donne, invece di voler aderire a queste vecchie logiche di “paese”, e di voler fare politica, come inteso sopra, allora , ci sono le guerre, i calpestamenti delle dignità. La forza delle donne è agire secondo la loro natura: questo sì che è interessante!

Purtroppo, questa è una realtà cruda, dura, e vera. 

Se questi piccoli uomini di provincia capissero che i vecchi sistemi, l’idea di voler coinvolgere, secondo il sistema del “clientelismo” elettorale, la gente, le donne, i giovani,  parteciperebbero alla politica,  si iscriverebbero ai partiti,  farebbero politica, non si assisterebbe all’antipolitica, anche,  all’astensionismo. 

La gente non crede più, anche perché si avvicina il concetto di politica, al malaffare, ad un sistema, che è in grave crisi. 

In una discussione con giovani delle tre coalizioni, Monti, Bersani, Ingroia, così i giovani affrontavano il vecchio sistema dei partiti, dei piccoli proprietari dei partiti, che distruggevano , con il loro comportamento, la dialettica, il dialogo, sui contenuti di una società.

Che la politica si riappropri del vero significato, e che operi per il Bene Comune!

Tra i giovani è prioritaria la politica dei contenuti, che non ha niente a che fare con l’ipocrisia della vecchia politica, dei piccoli sistemi autoritari.

“Salire in politica” significa non vivere tra i sogni, e le nuvole, non significa essere “vecchi idealisti”, ma concepire la politica, la partecipazione ai partiti, nel vero senso di quella politica sana, contro l’illegalità, contro i soprusi, contro i “clientelismi”, , contro quella politica che  vuole  gregge, e non esseri pensanti.

La scelta, in breve, qual è ?Quella di continuare, magari, combattendo, e dentro quei partiti, diventati muri di gomma, ma che, se non cambiano atteggiamenti e mentalità,i risultati saranno: non credibilità, astensionismo, e antipolitica.

 

 

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