POLEMICHE AD ISPICA PER I LAVORI DI RIFACIMENTO DELLE DUE PIAZZE PRINCIPALI

Si firmano “un gruppo di ispicesi, liberi pensatori” e dichiarano di avere “a cuore la storia, il rispetto della memoria e delle azioni dei nostri Avi che, con sacrifico e perseveranza, hanno da sempre tenuto alto l’orgoglio di essere cittadini della nostra città”.

Il documento è indirizzato al sovrintendente e riguarda l’ultimazione dei lavori che hanno interessato il rifacimento delle due principali piazze della città.

“Con stupore, frammisto ad incredulità, ci siamo sentiti offesi per quanto realizzato – scrivono -Uno scempio! Una violenza dei luoghi! Una violenza della nostra memoria! Un oltraggio al buon gusto ed all’armonia del luogo!”. Non usano mezzi toni e anzi denunciano la violazone dell’identità “di una comunità che in eterno si sposa con i luoghi dove  vive”.

Piazza Maria Josè e Piazza Regina Margherita, secondo i firmatari della lettera, sarebbero diventate un unico “frullato di architettura”, il cui stile pare impossibile identificare. Uno spazio che non appartiene all’Ispicese e non appartiene al contesto architettonico e storico in cui s’incastona.

“L’incuria sugli immobili del tempo passato – continua la lettera – ha fatto sì che pochi palazzi storici, attualmente, possiamo vantare di esibire, ma mai avremmo potuto pensare che si potesse completamente stravolgere la fisionomia di un luogo. È come se andassimo a Roma e trovassimo Piazza del Popolo o a Napoli in Piazza del Plebiscito tutto totalmente modificato … anche i loro nomi! Così è accaduto ad Ispica, grazie alla lungimirante opera dell’attuale Sindaco”.

Molte le domande rivolte al sovrintendente:

 

– Perché eliminare la recinzione che proteggeva il simbolo più alto del sacrificio degli Ispicesi: il Monumento ai Caduti? Recinzione che gli Ispicesi vollero a tutti i costi e per la quale, in prima persona, s’impegnarono a racimolare le somme occorrenti per la sua realizzazione. Ora il Monumento è spoglio e indifeso. È in balia del balordo di turno che potrà facilmente oltraggiarlo. Come sarà impiegata?

–  Perché la stessa fine è toccata a tutte le piccole ringhiere di ferro battuto che delimitavano i graziosi giardinetti di Piazza Maria Josè? Dovranno giacere chissà in quale magazzino a far che?

–  Una volta, sino ad un anno fa, attorno agli alberi più importanti delle nostre due principali Piazze c’erano delle panchine in ferro. Era l’identità del gusto, particolarmente, meridionale dove ritrovarsi. Era così necessario rimuoverli?

–  Per non parlare di tutti i ciglioni in pietra che delimitavano le due Piazze. A cosa servirà questa ingente massa di pietra? L’augurio è che non vada ad abbellire chissà quale dimora!

Il progetto realizzato presenterebbe inoltre notevoli pecche, come descrivono i cittadini ispicesi firmatari del documento.

“Adiacente ad una delle due Piazze si trova uno dei maggiori edifici scolastici della città. Una volta serviva da parcheggio per quei pochissimi taxi cittadini. Ora ci sono degli alberi, la cui sommità raggiunge le finestre della scuola. Proviamo ad immaginare quando arriverà la stagione della primavera e le rondini, ben accette, punteranno questi alberi come sostegno al loro riposo. Chi ha progettato questo “CAPOLAVORO DI PIAZZA” avrà, certamente, pensato che gli splendidi esemplari pennuti aiuteranno nel loro lavoro gli scolari.

Per non parlare della pendenza che ha subito questa nuova piazza. Oltre ad essere  impossibile passeggiarvi, quando arriveranno le piogge, l’acqua che scenderà dalle parti più alte della città acquisterà una tale velocità, grazie appunto alla pendenza data, e molte case delle vie limitrofe si ritroveranno allagate.

È uno spazio anonimo questa nuova piazza a cui gli inermi cittadini ispicesi non possono essere condannati a conviverci. Sembra, piuttosto, una pista di pattinaggio, dove le aiuole che ivi  sono state create servono, a buon diritto, ai cagnolini che intendessero sbarazzarsi …

E pensare che hanno progettato bene il manufatto tanto da griffarlo! Era il minimo! Tra qualche decennio lo storico di turno, quando qualche turista visiterà la nostra piazza, potrà ammirare quanto di rustico ci sia stato nel gusto degli ideatori rispetto a quello che è stato”.

“Illustre Sovrintendente – si conclude la lettera – dopo questa breve disamina, vorremmo capire come sia stato possibile da parte vostra avallare un simile progetto, considerato che generalmente si tende a preservare l’esistente, e quali strumenti si possono utilizzare per riportare le nostre Piazze agli antichi splendori. A noi Ispicesi bastava una semplice ripavimentazione e non una spesa scellerata e senza senso. Gradiremmo comprendere i canoni seguiti per la  progettazione e quanto di approvato a codesta Sovrintendenza sia stato effettivamente realizzato”.

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