PISCINA COMUNALE E MUSEI : COSA SI DEVE FARE

La strategia di molti degli esponenti delle opposizioni è quella di sollecitare l’amministrazione in ordine alle decisioni più importanti per operare delle scelte che, se non possono essere del tutto condivise, debbono tenere conto delle istanze che piovono da più parti.

Se l’azione di stimolo e di controllo sugli atti della Giunta è sacrosanta e degna della massima attenzione, meno comprensibile risulta il voler dettare posizioni su scelte perfettamente legittime, ancorchè poco condivise, come quella di aprire al traffico piazza Duca degli Abruzzi a Marina di Ragusa o trasferire un museo dal centro città al Castello di Donnafugata.

Occorrerebbe verificare tramite i tanto vantati referendum consultivi, sempre esaltati dai grillini, quali siano le vedute dei cittadini, al fine di poter operare delle scelte veramente condivise.

Questo stato di cose non solo ottiene poco ma forse, come nel caso della piscina comunale, allunga i tempi: se l’amministrazione avesse deciso quale strada intraprendere, dovremmo già sapere chi gestirà dal 1° novembre, invece ci si trastulla fra lettere al CONI regionale, che non risponde, e istanze delle Società di nuoto che sgomitano per diventare ‘padroni’ dell’impianto. Una cosa è certa, come anche emerso da un primo comunicato sull’argomento, emesso dal consigliere del Movimento Città: la soluzione CONI, che, fino ad ora, ha funzionato fa storcere il naso a qualcuno, ma arrivati dove siamo pare che l’unica via d’uscita sia quella della proroga, cosa che non dovrebbe essere, certo, esaltante, per i grillini.

Ci sono poi da contemperare le esigenze di quanti hanno votato per la svolta e non comprendono perché ci si debba sedere con la vecchia politica per decidere, ci sono ancora quanti preferirebbero fare andare avanti i grillini, forti dei loro numeri, caricandoli delle responsabilità sulle scelte che andrebbero verificate, elettoralmente alla fine dei cinque anni. Molti sono convinti che scelte condivise potrebbero influenzare il giudizio degli elettori, mentre un giudizio secco sull’operato dei cinque anni potrebbe essere fatale, nel caso di più scelte non apprezzate dai cittadini. Discorso che, a prima vista può sembrare contorto, ma che risulta di una semplicità empirica.

Ecco allora il consigliere Mirabella di Idee per Ragusa, che si preoccupa di ricordare all’amministrazione la tutela dei livelli occupazionali per la gestione della piscina. Riportiamo il comunicato:

“Mantenimento dei livelli occupazionali già esistenti con l’attuale personale in servizio e mantenimento, in egual misura, dei servizi erogati all’utenza”. E’ quanto chiesto dal consigliere comunale di Idee per Ragusa Giorgio Mirabella, rispetto la questione della piscina comunale. “E’ noto che a fine ottobre scade la proroga per la gestione dell’impianto sinora affidata al Coni e si dovrà valutare se disporre una prosecuzione dell’attuale gestione oppure esperire una gara ad evidenza pubblica. Qualora dovesse essere questa la scelta che sarà compiuta dall’Amministrazione comunale, è quanto mai opportuno ed indifferibile, puntare l’attenzione sulle garanzie che devono necessariamente esser date a coloro che sinora hanno svolto il servizio all’interno dell’impianto, e a quanti fruiscono dell’impianto stesso, in ordine ai servizi offerti. Su questi due punti, ancora, non sono state date rassicurazioni nel merito né si è ritenuto di procedere con una conferenza di servizi, alla presenza degli attori principali che, in base ai differenti ruoli svolti, hanno garantito la funzionalità della piscina comunale. I tempi stringono e le risposte mancano, tenendo sul filo del rasoio il futuro occupazionale di decine di operatori, che prestano servizio da oltre dieci anni, avendo maturato esperienza e competenza. Chiedo, dunque, all’Amministrazione di voler procedere con la convocazione di una conferenza dei servizi e di verificare quali i passaggi più immediati che devono essere espletati, senza alcuna interruzione dell’impianto da parte dell’utenza, e dando garanzie occupazionali ai lavoratori”.

Più articolato il comunicato di Sonia Migliore che, in qualità di Presidente dell’Associazione Officina 90, riferisce dell’infruttuoso incontro tenutosi nei giorni scorsi a Palazzo dell’Aquila, promosso dal sodalizio e che faceva seguito al precedente confronto svoltosi a palazzo Garofalo sul museo del tempo contadino e la rete museale di Ragusa.

“Lo scopo di tale incontro era quello di motivare le numerose proteste contro l’amministrazione che ha dichiarato di voler “liberare il Palazzo dai musei”. All’appuntamento presso il Comune hanno preso parte numerosi operatori culturali, molti componenti dell’associazione “Officina 90”, tra cui Giovannella Filoramo, Sissi Burtone, Mariagrazia Gionfriddo, Giuseppe Aquila, il comitato tecnico scientifico per la realizzazione della rete museale, con l’arch. Fabio Capuano e la dottoressa Valentina Frasca Caccia, il presidente del Centro servizi culturali Nino Cirnigliaro, l’on. Giorgio Chessari, presidente del Centro studi “Feliciano Rossitto”, il comitato storico del museo che si rifà al compianto Mimì Arezzo rappresentato da Giovanni Ottaviano,  Mario Nobile, Enzo Criscione e Turi Iudice. E ancora gli studiosi Giorgio Veninata e Giovanni Occhipinti, i rappresentanti dell’associazione culturale “Osud” nella persona dell’avv. Carmelo Sciara e di Patrick Raniolo.

Secondom la Migliore l’incontro è stato interpretato dal sindaco e dall’assessore Stefania Campo come un atto da effettuare più per routine che altro. Gli interventi da parte di studiosi, storici e professionisti, infatti, sono stati accolti dalla totale indifferenza del sindaco e maggiormente dell’assessore, a cui si è unito il prof. Andrea Guastella che, secondo quanto evidenzia Sonia Migliore, sindacava su una materia che non di sua competenza.

Sarebbe sottovalutata l’esperienza qualificata di professionisti quali architetti, museologi, museografi, esperti in sviluppo turistico territoriale, storici della tradizione locale e storici dell’arte, che, invano, hanno cercato di far capire che il museo del tempo contadino si offre al pubblico spronandone anche lo studio sulle testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente e che esso espone per motivi scientifici, svolgendo in città anche e soprattutto un ruolo didattico che chiaramente fornisce una chiave capace di unire il contenitore al contenuto che è il museo del tempo contadino.

Neanche presa in considerazione la proposta di continuare la rete museale con l’idea di utilizzare i locali dell’ex biblioteca di via Matteotti come sito del Centro polimuseale per il museo delle “Arti e dei Mestieri” e del Museo “Italia in Africa” che, nel suo attuale sito, non riesce più a contenere i reperti museali.

Tutti gli interventi hanno spiegato e dimostrato che spostare quel museo altrove equivale a snaturarlo dei suoi significati pensati, studiati ed elaborati al fine di completare l’offerta culturale con la realizzazione di una rete museale all’interno della città che in maniera efficace sia capace di promuovere il nostro territorio ma evidentemente l’attuale amministrazione intende come rete solo quella virtuale tralasciando quella reale, quella cioè capace di legare i cittadini al territorio.

Ovviamente tutte le proposte della delegazione del mondo culturale e museale, presenti all’incontro, andavano anche e soprattutto nella direzione di ampliare le offerte turistico-culturali all’interno del centro storico cittadino.

Semmai il castello dev’essere contornato di servizi quali bar, bookshop e altro al fine di poter dare un sostegno qualitativamente superiore al turista e fare produrre un reddito maggiore alla città. Tante ed altre motivazioni sono state date assieme a proposte, tutte o quasi ascoltate con scherno sia da Guastella che dalla Campo per cui, finito l’incontro, abbiamo capito che il principio dell’Amministrazione non è salvaguardare quanto di buono è stato fatto, piuttosto smantellare tutto ciò che esiste.

Nonostante tutto le nostre iniziative continueranno coinvolgendo i cittadini a difesa della cultura”.

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