Piove, fa freddo, tira vento. E’ arrivato l’inverno. Godiamocelo!

“Godiamoci un po’ d’inverno!”. Carlo Cacciamani, direttore nazionale dell’Agenzia nazionale di Meteorologia, si “stupisce che le persone si stupiscano” del maltempo di questi giorni. “A gennaio – ricorda, conversando con l’AGI – in genere, nevica, non solo sulle zone alpine e appenniniche ma anche pianeggianti. È chiaro che è in corso un cambiamento climatico e l’effetto è che nevica di meno, ma abbiamo vissuto due anni di siccità e adesso il fatto che qualche giorno nevichi o piova non deve destare stupore”.

È tornato l’inverno, insomma, così come deve essere nel primo mese dell’anno, e come resterà nei prossimi giorni. E se qualcuno pensava che le “catene a bordo” fossero uno slogan del passato, deve ricredersi e stare attento. Il gelo preoccupa gli agricoltori, che hanno già sofferto la siccità. “Il grande freddo di questi ultimi giorni sta mettendo a dura prova le colture in campo e, di conseguenza, la ridotta produzione si riflette sulla spesa quotidiana, con un aumento dei prezzi al consumo”, spiega Coldiretti, riferendosi al rischio che si brucino fiori e gemme di piante ed alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti e sul carrello della spesa, dopo che il caldo anomalo aveva favorito il risveglio vegetativo anticipato di noccioli, pesche, ciliegie, albicocche, agrumi e mandorle. L’acqua, però, resta una benedizione.

È presto per potere fare un computo dell’apporto pluviometrico – spiega ancora Cacciamani all’AGI – siamo in una perturbazione circolante, e vedremo a fine febbraio, se le condizioni di siccità severa che abbiamo visto saranno state mitigate. Male, la pioggia e la neve sicuramente non fanno. In realtà i problemi grossi ce li abbiamo se non nevica: ben venga la neve, fondamentale per il ripristino della risorsa idrica. Ci sono disagi, certo, ma dal punto di vista del recupero del bilancio idrologico, questo è positivo“. Inoltre, la pioggia di questi giorni è una pioggia “buona”, e non catastrofica come quella delle alluvioni: “Gli eventi estremi – continua il meteorologo – concentrano tanta acqua in poche ore, e quella quantità non ripristina il deficit pluviometrico; per non parlare dei danni creati dalle piogge intense senza il vantaggio che quell’acqua venga trattenuta dal terreno, poiché va tutta in ruscellamento. La pioggia buona e efficace è quella di moderata intensità, in modo che il terreno abbia capacità di assorbirla e rimpolpare le falde”.

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