PIANO PAESISTICO DA REVOCARE: NON GARANTISCE LO SVILUPPO

“Il Piano Paesistico di cui tanto si discute anche in sede giudiziaria è l’ulteriore prova della incapacità della Amministrazione Regionale di dare un organico ed omogeneo sviluppo al territorio siciliano. Invero, non è giustificabile la parziale, molto parziale programmazione paesistica solo per tre province, avulsa dal contesto del rimanente territorio isolano. E’ lecito dubitare in tale contesto sistematico illogico e incongruente che territori limitrofi siano oggetto di naturali riversamenti degli interessi di sviluppo economico placcati nelle province sacrificate. In ogni caso il pericolo di tali interessati riversamenti è reale”.

E’ questa la premessa di una lunga nota redatta dal Presidente del consiglio comunale, avv. Carmelo Scarso, e inviata all’Assessore Regionale ai Beni Culturali, Sebastiano Messineo e per conoscenza al Governatore della Sicilia, Raffaele Lombardo. La nota, articolata nelle motivazioni, si conclude con l’invito del Presidente Scarso a revocare l’attuale Piano Paesistico. Nella missiva si legge tra l’altro:

“Ma il Piano Paesistico, assistito ad oggi dal provvedimento adottivo, è fondato su presupposti antropologici ed economici del tutto avulsi dal territorio, ancorché si contrabbandi la sua valorizzazione. Lo sviluppo economico-sociale di un territorio è dato dal suo indissolubile connubio con la gente che vi  abita. Caratteristiche oggettive del territorio e carattere della gente che vi abita sono gli elementi formativi di sviluppo. Invero non ha senso parlare di sviluppo del territorio senza riferirsi al lavoro, ai sacrifici, alle tradizioni, alla storia della sua gente.

Ciò posto, mi permetta di denunciare alla Sua attenzione i limiti e i vizi del Piano de quo, che lo rendono inapplicabile sul territorio ed inaccettabile da parte della gente di Modica e del versante sud-est della provincia:

– la prospettiva tematica-ideologica del Piano è palesemente erronea perché fondata sul presupposto che sia l’uomo fatto per l’ambiente. Un corretto approccio vorrebbe che sia da considerare l’ambiente fatto per l’uomo;

– il Piano non può prescindere dal tipo di sviluppo generale che un territorio ha coltivato nel passato e che si identifica in esso: il territorio di Modica è fortemente antropizzato perché la gente di Modica per prima ha dato luogo all’abbattimento, fino ad annullare, il nefasto e improduttivo latifondo mediante l’occupazione fisica del territorio. Essa è fra le  pochissime in Italia ad essere  stanziale, cioè ad abitare in campagna giorno e notte in simbiosi sacrale uomo-terra;

– il Piano non può prescindere dalle peculiarità naturali del territorio del Sud-Est ibleo per cui esso è il più assolato d’Europa e quindi lo sviluppo sostenibile passa per lo sfruttamento intensivo della energia solare (energia pulita);

– il Piano  non può prescindere dalla ricchezza del sottosuolo per cui giacciono in esso ingenti energie naturali quali petrolio e gas (quest’ultimo la più pulita energia in assoluto e ad impatto ambientale pressoché nullo);

– il Piano non può prescindere dal fatto che il nostro territorio, ancorché politicamente e strategicamente centrale ad una politica mediterranea, è geograficamente ai margini dei mercati  per cui tutti i suoi prodotti, ancorché di eccellenza, sono penalizzati in termini, oltre che ai costi di produzione, anche in costi di trasporto, perché entrambi dipendenti dagli attuali onerosissimi costi energetici, con la ovvia conseguenza di non essere competitivi in termine di prezzi.

Insomma in un territorio in cui i costi energetici sono determinanti per le sue produzioni e per il suo sviluppo economico, il Piano impone il lusso di rinunciare alla energia naturale solare, a costo zero, che si spreca sopra le nostre teste, e alla energia gassosa, a costo zero, che si spreca sotto i nostri piedi, per una politica ambientalista del territorio, rectius meramente estetica, che prescinderebbe dalle sue caratteristiche naturali che non sono solo il suolo, ma anche il sotto e il sopra suolo!

La logica di tale Piano stravolge e impoverisce il territorio anziché valorizzarlo. Certo è che la gente di Modica non può permettere che passi un Piano non voluto, non accettato e fortemente penalizzante. Modica ed i suoi cittadini nel passato hanno subito civilmente che venisse perpetrato ai loro danni un grave torto istituzionale. Ma la pazienza, che sta anch’essa alla base dei rapporti civili, ha sempre un suo limite, come la Storia insegna”.

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