PER UNA BUONA POLITICA: MARINO DOCET

Dalle conclusioni  di Antonio Polito nel suo articolo di approfondimento sul caso Ignazio Marino, sul Corriere della sera, siamo indotti a delle riflessioni:

“Ma mentre ricomincia la ricerca del non-politico, o dell’anti-politico, in grado di ingannare per l’ennesima volta il pubblico, non parte mai il lavoro per una riforma profonda dei partiti, per un rilancio della loro democrazia interna, per la rinascita di comunità locali che si occupino del bene comune, seppure nei modi nuovi che l’era della Rete consente e impone. Così si continuerà a passare di illusione in delusione, come è accaduto per Marino, e a ritmi sempre più frenetici. Perché non si conosce democrazia che possa fare a meno di partiti seri, organizzati e retti da regole, che si assumano la responsabilità di governare. In fondo, il loro mestiere”.

Ma i partiti garantiscono la democrazia, in un momento che il governo, concentrato su Renzi, Padoan e Boschi, che decidono per tutti e che sono un esempio vivente di mancanza totale di democrazia nel nostro Paese?

Il discorso, si capisce bene, non interessa la moltitudine occupata a sbarcare il lunario ed arrivare a fine mese con grandi difficoltà.

Ma se ci pensiamo la carenza di democrazia è la mancanza di ossigeno per una società, anche quella al degrado come la nostra.

Qui sta il problema :la mancanza di democrazia e gli italiani dovrebbero svegliarsi in tal senso, evitando di saltare sul carro del vincitore, ma privilegiando quella parte critica del Pd e del Paese, occupata essenzialmente non solo a far quadrare i conti, ma anche a far funzionare la macchina statale.

E’ proprio, ora, che si chiede unione tra quegli individui di far presa col loro anche dissenso di creare qualcosa di nuovo in un Paese allo sfascio senza titubanze, ma con perseveranza ed unione.

Solo la politica dei contenuti è vincente e non quella ideologica!

 

 

 

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