PER OGNI PROBLEMA MORTI E FERITI A MODICA

“Non bisogna avere paura del futuro” In questa città ci sono delle problematiche che, ogni qualvolta vengono sollevate, scatenano una sorta di guerra di religione che, come ogni guerra, si deve per alcuni necessariamente risolvere con morti e feriti, vinti e vincitori senza che ci sia la possibilità di ricorrere a serene e pacate valutazioni di ordine politico, amministrativo e tecnico. Di questo genere di problematiche fanno parte il traffico, la viabilità e, in particolare, la pedonalizzazione di Corso Umberto, come dimostra ancora una volta il tenore del dibattito apertosi a seguito della sperimentazione avviata dall’Amministrazione Comunale con la chiusura domenicale del corso dalle 11 alle 13. Ho assistito a questo dibattito con grande attenzione e prestando ascolto alle opinioni di tutti seppur spesso inopportunamente “gridate”. Ora che i toni si sono un po’ attenuati mi si permetta di fare sommessamente alcune considerazioni.1) Non è vero che la decisione (fra l’altro sperimentale e limitata nel tempo) sia stata presa senza ascoltare nessuno; se è vero infatti che non ci sono state consultazioni ufficiali, l’Amministrazione comunale tuttavia aveva sondato l’autorevole parere di molti avendone spesso riscontri positivi o comunque non pregiudizialmente negativi. Lo dimostrano le prese di posizione in gran parte favorevoli che sono state assunte in questi giorni da semplici cittadini e da movimenti, partiti, giornalisti e associazioni (anche di commercianti).2) Questa sperimentazione, e il conseguente dibattito, ha avuto comunque il merito di fare emergere un sentire comune tendenzialmente favorevole all’aumento del numero di ore in cui il Corso Umberto sia liberato dal traffico caotico e sia reso fruibile ai pedoni ( cittadini residenti e turisti ); dunque l’obiettivo che l’Amministrazione comunale si è prefisso va perseguito senza tentennamenti seppur con “saggezza” e disponibilità al dialogo, attesa la particolare conformazione urbanistica della città e le note carenze di viabilità alternativa. 3) E’ assolutamente miope valutare gli effetti positivi o negativi della pedonalizzazione del Corso nel brevissimo periodo. Essa va vista come un investimento sulla vivibilità e sulla bellezza del nostro centro storico e come ogni investimento va valutato nel medio e lungo periodo. Se qualcuno si aspetta che appena si crea l’isola pedonale, immediatamente questa si riempie di famiglie a passeggio e di turisti rimarrà certamente deluso, avendo scambiato il punto di arrivo con quello di partenza. L’esperienza di altre città lo dimostra ( vedi Catania e la via Etnea ). Così come non mi sembra molto lungimirante valutare gli effetti sulle attività commerciali dal numero di scontrini che si staccano lo stesso giorno in cui la sperimentazione inizia, dimenticando che la pedonalizzazione dei centri storici, in tutte le città a vocazione turistica o che ambiscono ad esserlo, ha rappresentato un opportunità unica ed un arma formidabile per aumentare nel medio e lungo periodo l’affluenza di visitatori. con innegabili vantaggi soprattutto per gli esercizi commerciali. Penso che nessuno possa mettere in dubbio che è molto più piacevole fare shopping, sedersi al tavolo di un bar o passeggiare con i propri figli senza essere circondati da centinaia di automobili che scaricano gas. 4) In questi ragionamenti possiamo essere aiutati dalla storia che in questa città, a tal proposito, è stata più che mai maestra. Mi riferisco, come ho avuto più volte modo di ribadire nelle riunioni di questi giorni, a quello che successe agli inizi degli anni 60 allorché si decise di costruire il ponte Guerrieri. I commercianti di allora istituirono comitati di protesta particolarmente agguerriti sostenendo che la costruzione del viadotto avrebbe decretato la morte di tutte le attività commerciali di Corso Umberto in quanto il flusso di mezzi che era prima obbligato a passare dentro Modica avrebbe invece bypassato la città. Immaginiamo cosa sarebbe rimasto oggi della nostra città e del Corso Umberto se la classe dirigente di allora, senza guardare al futuro, si fosse preoccupata del consenso immediato e del calo delle consumazioni, che in un primo momento ci sarà pure stato, atteso che gli automobilisti di passaggio da Modica potevano “volare” da una collina all’altra senza fermarsi a sorbire un caffè in un bar del centro. Alcuni mi diranno che l’esempio non è calzante, ma è facile dirlo ora col senno di poi: se leggete le cronache del tempo, vi accorgerete che personaggi, motivazioni, virulenza delle argomentazioni, valutazioni politiche ed elettorali sono incredibilmente sovrapponibili. 5) La “sensibilità” dei modicani a questo tipo di problematica deve suggerire ad un saggio amministratore di evitare l’estremizzazione del conflitto. Per cui se da una parte bisogna ascoltare con l’attenzione ed il rispetto che meritano coloro che, vivendo del loro duro lavoro e rischiando in proprio, rappresentano con onore un comparto vitale per l’economia della nostra città e ritengono di dover difendere i loro legittimi interessi, d’altra parte bisogna capire che questi interessi vanno contemperati con quelli altrettanto legittimi di altre categorie di cittadini che hanno esigenze diverse o, semplicemente, la pensano differentemente. Non necessariamente costoro sono insensibili, faziosi, prezzolati o in malafede come mi pare emergere da un comunicato di questi giorni da parte di .un gruppo di commercianti. Tutte le opinioni devono avere diritto di cittadinanza ma nessuno può pensare che il proprio interesse, per quanto legittimo, sia assoluto. La scelta dell’Amministrazione comunale di porre un netto rifiuto alla richiesta di revoca senza condizioni dell’ordinanza, come chiedeva qualche “capopopolo” improvvisato, e la disponibilità invece a modificarla in funzione di suggerimenti e di osservazioni pertinenti ha voluto essere un chiaro segnale:di non volere esasperare gli animi e di non cercare di avere vinti e vincitori. A noi è interessato ribadire la bontà della scelta politica che è quella di muoversi, seppur sperimentalmente, nella direzione di liberare il centro storico dal traffico e dall’inquinamento per un maggior numero di ore . Per questo abbiamo ritenuto che non aveva senso andare allo scontro per tenere chiuso il corso a giugno dalle 11 alle 13 con il sole a picco quando invece si poteva ampliare la chiusura serale (dalle 18,30 alle 23) privilegiando una fascia oraria che più si adatta alla stagione in cui siamo e provando altresì valorizzare anche la parte alta di Corso Umberto che fa parte a pieno titolo del salotto “buono” di Modica. 6) Ultima, ma non per importanza, è la considerazione fatta da molti seconda la quale la valorizzazione del centro storico non può passare semplicemente per la chiusura del traffico che rappresenta un presupposto necessario ma può rivelarsi inadeguato se non accompagnato da una programmazione complessiva che riguardi anche provvedimenti inerenti la viabilità, i parcheggi nonché spettacoli e iniziative di intrattenimento. Ne siamo talmente convinti che, compatibilmente con le risorse a disposizione, già in questi due mesi abbiamo previsto e/o abbinato delle manifestazioni (la giornata della bicicletta, i madonnari, il mercatino dell’antiquariato, la manifestazione dell’AVIS con il pane più lungo del mondo, la festa di S. Pietro) mentre nel settore della viabilità stiamo cercando di riaprire il parcheggio di Viale Medaglie d’Oro con relativi bus-navetta. Siamo convinti che grazie alle indicazioni che verranno da questi due mesi di sperimentazione, all’accelerazione di alcuni provvedimenti in termini di viabilità , al potenziamento della programmazione di eventi collaterali e ai suggerimenti e ai contributi (anche economici) di quanti, semplici cittadini o commercianti, hanno a cuore le sorti della nostra bella città e del suo “prezioso” cuore pulsante che è il Corso, sapremo insieme fare le scelte giuste perche il centro storico di Modica sia valorizzato sempre di più, a discapito di nessuno ma a vantaggio di tutti, anche di coloro che oggi guardano con diffidenza a queste scelte.

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