PER L’AEROPORTO DI COMISO È GIUNTO IL MOMENTO DI PRIVILEGIARE QUALITÀ ED ESPERIENZA

Alla vigilia del rinnovo dei vertici di SoACo che gestisce l’aeroporto di Comiso, non posso che ribadire ciò che dissi il 28 marzo, in un’intervista rilasciata a “La Sicilia”. Allora fui chiaro nel dire che c’è bisogno di discontinuità; non solo riguardo alle persone, ma soprattutto sui metodi e sulle strategie.

Quando invocai che se cambio doveva esserci, dovevano arrivare manager di altissima qualità e di spessore e profilo consolidati -portando ad esempio le scelte fatte per gli aeroporti di Milano, di Olbia e di Parma- e quando invitai il Comune di Comiso a guardare verso realtà più importanti della nostra, auspicai uno scatto d’orgoglio “che rompa – dissi allora – arretratezze e pressapochismo, perché la società di gestione dell’aeroporto di Comiso non può diventare strumento di compensazione per gruppi, partiti e correnti politiche, ma oggetto di competenze specifiche”.

Parole che faccio mie anche adesso e che ho detto al sindaco di Comiso, Filippo Spataro, con cui mi sono sentito qualche minuto dopo il rinnovo dei vertici della SAC, dicendogli che adesso è il momento di privilegiare qualità ed esperienza anche nello scalo casmeneo.

Le argomentazioni, le critiche e le proposte che esprime in queste ore Gianni Scapellato -manager di eccellente valore, direttore degli aeroporti di Rimini e Milano Malpensa- devono essere sprone e stimolo alla vigila delle ultime decisione e non interpretate come mera polemica.

Nessuna guerra intestina, nessuna ‘sfida’ all’ultima poltrona ma solo parole che siano una spinta a fare meglio. Affinché lo scalo ibleo migliori, bisogna partire da ciò che di buono è stato fatto, dai numeri dei passeggeri in costante aumento (il milionesimo è stato qualche giorno fa…-), dalla crescita esponenziale che è evidente e documentabile. Ma per il ‘salto di qualità’ definitivo, ciò non basta. E’ necessario che chi è chiamato a decidere sulla scelta del nuovo management, con umiltà capisca che è finito il tempo del sottogoverno, dei contentini e delle mezze soluzioni; bisogna scegliere il “meglio”, tanto più se proveniente da questo territorio, al fine di restituire identità e visione di prospettiva ad uno scalo che non può più dormire sugli allori, ammesso che ce ne siano già stati, ma deve trovare una dimensione autonoma, anche rispetto allo scalo catanese, rafforzando rotte e presenze di compagnie strategiche, aumentando le linee e, soprattutto, schedulando collegamenti con le principali destinazioni italiane che aiutino il territorio a superare il gap infrastrutturale che penalizza aziende ma anche studenti e professionisti residenti. Dall’altro lato lo scalo di Comiso esige doveroso rispetto anche da quel Governo nazionale che continua a giocare a rimpiattino con la Regione a proposito delle risorse contenute nel mio emendamento che sancisce la ‘Continuità territoriale’, e che porterebbero nuove rotte da e per Comiso.


E se questo è un altro segnale di disattenzione di questo governo ‘romano’ -ma quello ‘palermitano’ non è sicuramente da meno in fatto di menefreghismo verso la nostra provincia, anzi… Il mio atteggiamento critico ed il mio ‘distacco’ verso chi nulla fa per la nostra terra, la ignora e la ‘offende’, aumenta in modo inversamente proporzionale al loro disinteresse.

Si cambi rotta, insomma. Si pensi all’aeroporto di Comiso come ad una risorsa e ad un’opportunità unica; si prendano le parole di Scapellato per ciò che sono davvero, un invito a fare meglio e non una critica e basta.

L’aeroporto di Comiso oggi, è la nostra sfida. La sfida di un intero territorio!

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