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Per la Regione il recupero di Ibla vale al massimo 250 mila euro. Ecco la nuova proposta che riguarda i Comuni Unesco e che penalizza il quartiere barocco
30 Nov 2025 14:21
La Commissione Bilancio dell’ARS ha approvato un nuovo articolo della finanziaria 2026 che ridisegna in modo profondo il sistema di assegnazione dei fondi ai Comuni siciliani che ospitano siti UNESCO e ai territori ricompresi nei Geoparchi UNESCO. Una riforma presentata come un passo verso una maggiore equità nella distribuzione delle risorse, ma che – secondo alcune valutazioni – potrebbe comportare effetti penalizzanti per realtà come Ragusa, da anni abituate a contare sulla Legge Speciale per Ibla.
Una legge speciale che, quest’anno, ha vissuto un momento critico: la mancata previsione del finanziamento della norma per il 2025 aveva infatti scatenato un forte allarme nella comunità ragusana e numerose polemiche politiche. Ora, con l’arrivo della proposta di finanziamento “unitario” per tutti i Comuni UNESCO, si apre un nuovo scenario che divide maggioranza e opposizione.
La riforma: 4 milioni per tutti i Comuni UNESCO siciliani
Il fondo complessivo destinato al 2026 ammonta a 4 milioni di euro. La nuova formula approvata in Commissione prevede:
- 50% della somma (2 milioni) ripartita in parti uguali tra tutti i Comuni che rientrano nei siti UNESCO o nei geoparchi.
- 50% della somma (2 milioni) ripartita in base al numero di abitanti.
- Tetto massimo di 250 mila euro per ogni Comune.
- Vincolo di destinazione d’uso rigoroso: le risorse potranno essere spese solo per valorizzazione culturale, patrimonio artistico, offerta museale, fruizione dei beni e promozione turistica.
Non saranno più consentiti usi “estensivi” per coprire spese correnti o attività non direttamente legate al valore UNESCO.
L’obiettivo dichiarato è garantire una distribuzione “più equa e controllata” rispetto al passato, quando la mancanza di un tetto massimo produceva concentrazioni di risorse in pochi territori.
Ragusa: il rischio concreto di una penalizzazione
Se da un lato la riforma consente di coinvolgere un numero maggiore di Comuni, dall’altro per Ragusa potrebbe rappresentare una drastica riduzione delle entrate.
La città, infatti, ha sempre potuto contare su due canali di finanziamento:
- Risorse dedicate ai Comuni UNESCO, calcolate in modo non limitato.
- La Legge Speciale per Ibla, che ogni anno garantiva fondi significativi e mirati al centro storico patrimonializzato.
Quest’anno, la mancata previsione del finanziamento della Legge Speciale ha già creato grande preoccupazione. E adesso la nuova legge rischia di:
- portare a risorse più basse rispetto al passato;
- ridurre la capacità di pianificare interventi strutturali e di grande respiro;
- collocare Ragusa nella stessa quota di Comuni che, pur meritevoli, non hanno un patrimonio esteso come quello ibleo.
Se tutte le città UNESCO riceveranno una cifra simile, «chi prima aveva più dotazione, oggi rischia un ridimensionamento», osservano vari amministratori locali.
Cosa cambierà in pratica
Nei fatti, Ragusa potrebbe ritrovarsi con:
- un contributo massimo di 250 mila euro, anche nel caso in cui i criteri proporzionali avrebbero consentito una cifra maggiore;
- l’assenza, per ora, dei fondi della Legge Speciale;
- un quadro normativo che richiede nuovi adattamenti organizzativi e un ripensamento della programmazione culturale.
In sostanza, mentre alcuni Comuni medio-piccoli beneficeranno di un aumento delle risorse, per Ragusa la riforma si tradurrebbe in un doppio contraccolpo: meno fondi rispetto al passato e un vincolo d’uso più selettivo.
Il commento dell’On. Ignazio Abbate (promotore della riforma)
Secondo l’Onorevole Ignazio Abbate, che ha fortemente voluto la norma, il nuovo sistema garantisce finalmente equità e trasparenza:
“Abbiamo introdotto un meccanismo più equilibrato che impedisce concentrazioni eccessive di risorse. Il tetto di 250 mila euro permette di sostenere più Comuni. Il vero salto di qualità è il vincolo d’uso: basta fondi UNESCO usati per spese ordinarie. Da oggi servono a valorizzare musei, patrimonio e promozione culturale.”
Abbate parla di «atto di responsabilità verso la storia della Regione» e di una riforma attesa dai territori.
Il commento dell’On. Nello Dipasquale (PD – opposizione): “Risorse del tutto insufficienti”
Di parere opposto l’On. Nello Dipasquale, che definisce lo stanziamento “davvero insufficiente”:
“Quattro milioni di euro per tutti i Comuni UNESCO e per i geoparchi sono una cifra irrisoria: non si possono realizzare interventi strutturali né piani seri di valorizzazione.”
Dipasquale ricorda che il PD aveva presentato un emendamento da 20 milioni di euro, respinto dalla Commissione:
“Era un piano moderno e partecipato, con coinvolgimento dei consorzi comunali e dei privati. La misura approvata oggi è un contentino. Continueremo la battaglia in Aula.”
Secondo il deputato dem, la Sicilia – che vanta uno dei patrimoni UNESCO più ricchi del mondo – «non può accontentarsi delle briciole» né ridurre i fondi a capitoli marginali.
Ma con 250 mila euro che ci fa un Comune? Non bastano nemmeno per un’abitazione privata
La riforma del fondo per i Comuni UNESCO introduce criteri più controllati e una distribuzione più diffusa delle risorse, ma apre un fronte di discussione importante: il rischio che centri storici complessi, estesi e fragili come quello di Ragusa Ibla, abituati a finanziamenti specifici e più consistenti, possano risultare penalizzati.
La partita adesso si sposta in Aula, dove maggioranza e opposizione si confronteranno su un tema che incide non soltanto sulle risorse, ma sulla capacità di programmare il futuro dei siti culturali più preziosi della Sicilia.
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