È stata inaugurata a Vittoria la nuova area di Osservazione Breve Intensiva (OBI) presso il Pronto Soccorso dell’ospedale “Guzzardi”. L’area è stata intitolata alla memoria di Giuseppe Morana, storico dirigente amministrativo dell’ospedale, alla presenza dei familiari e delle autorità locali. La cerimonia ha visto la partecipazione del Direttore Generale dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago, della […]
PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MALATO
11 Feb 2017 19:17
La malattia è un’esperienza che accumuna tutti gli uomini. Accomuna tutte le nostre famiglie. Accomuna coloro che hanno una ispirazione religiosa della vita e coloro che ne prescindono.
Il Messaggio di Papa Francesco e il tema da lui scelto della XXV Giornata Mondiale del Malato sono “un’occasione di attenzione speciale alla condizione degli ammalati, dei sofferenti delle persone con disabilità”.
Il fatto che venga celebrata a Lourdes, dove fu celebrata anche la prima giornata nel 1993, è una circostanza privilegiata “per parlare della grazia di Lourdes” luogo e simbolo di speranza e di grazia, che agisce “per attrazione”.
E poichè Lourdes è parte integrante del carisma differenziale dell’Unitalsi (l’associazione ecclesiale e di promozione sociale il cui “cuore” è il pellegrinaggio con e per gli ammalati a Lourdes), tento di coniugare il Messaggio che Papa Francesco ha indirizzato a tutto il mondo degli operatori sanitari, con la mia esperienza di volontario unitalsiano.
Lourdes è per noi luogo di servizio a stretto contatto con i malati e le persone con disabilità, spesso con i loro cari che li accompagnano e con i pellegrini.
Qui si entra veramente in comunione con le persone. Gli ammalati e le persone con disabilità mi hanno insegnato a superare gli steccati che mi separano dal prossimo.
La fatica condivisa e la comune preghiera con le medesime aspettative restituiscono sempre un sapore nuovo al mio viaggio.
Considera questa difficoltà umana Papa Francesco quando afferma: “Chiediamo all’Immacolata Concezione la grazia di saperci sempre relazionare al malato come ad una persona che, certamente, ha bisogno di aiuto, a volte anche per le cose più elementari, ma che porta in sé il suo dono da condividere con gli altri”.
Ho ricevuto questi doni da condividere; ho gioito per la gratitudine appena sussurrata che fiorisce da corpi affaticati dalla sofferenza; ho visto altresì storie dai tratti quasi eroici di madri e padri, mogli e mariti, sorelline e fratellini, che con amore gratuito, dedicano tutte le energie che hanno in corpo ai propri cari.
In parte è questo il messaggio del Papa: inalienabile dignità della malattia e della disabilità. Ed è veramente un messaggio ed un linguaggio universale, per tutti, non solo per coloro che professano la fede cristiana.
In parte. Ma c’è dell’altro. Dicevo della preghiera: le celebrazioni con migliaia di fedeli di tutto il mondo o quelle intime come la via crucis alla poca luce dell’alba. Nei brevi spazi che mi ritaglio mi piace stare dall’altra parte del fiume. Osservo la processione aux flambeaux, la gente inginocchiata, coloro che recitano il rosario da soli, a due a due, in gruppo.
Stupisco, dal basso della mia mentalità autosufficiente, quando leggo le considerazioni di Papa Francesco:
“…gli infermi, i sofferenti, non portano in sé solamente il desiderio di guarire, ma anche quello di vivere cristianamente la propria vita, arrivando a donarla come autentici discepoli missionari di Cristo (…) Bernadette grazie alla preghiera trasforma la sua fragilità in sostegno per gli altri”.
A Lourdes ho colto la straordinaria forza che deriva dalla preghiera. Lourdes è un luogo di guarigione dei malati, un luogo di conversione dei cuori induriti, un luogo di speranza e di rinnovamento per una vita chiamata a comunicarsi, a diventare meraviglia e guarigione, stupore e relazione.
Ma, ci fa capire il Papa, ancora non è questo il miracolo di Lourdes.
“Ponendomi fin d’ora spiritualmente presso la Grotta di Massabielle (…) Desidero incoraggiarvi tutti, malati, sofferenti, medici, infermieri, familiari, volontari, a contemplare in Maria, Salute dei malati, la garante della tenerezza di Dio per ogni essere umano e il modello dell’abbandono alla sua volontà”.
Credo di averlo capito l’ultima notte del mio primo pellegrinaggio, passata interamente davanti alla Grotta.
Il segreto è nella Grotta, in quella pietra che trasuda acqua. Lì è il centro da cui si irradia l’energia che guarisce, senza la quale tutto sarebbe ridotto alla sola dimensione umana e la malattia e la disabilità esperienze insensate di sola disperazione.
Il senso di Lourdes, e quindi di questa giornata mondiale del malato, è la presenza “viva” della Madre di Dio, in quella Grotta, la quale si china sull’umanità sofferente e ci addita l’acqua della salvezza nel figlio suo Gesù.
La presenza viva di Maria, “bella, bella, più di tutto” usando le parole di Bernadette.
Ecco perché andiamo a Lourdes “con e per” gli ammalati e le persone con disabilità.
La presenza viva della madre di Dio. Non so spiegarvi altro.
Prendo in prestito l’esortazione finale del messaggio e ci auguriamo tutti – malati e non – reciprocamente “… di essere sempre segni gioiosi della presenza e dell’amore di Dio”.
Emanuele Occhipinti
V.Presidente Unitalsi Ragusa
© Riproduzione riservata